domenica 31 gennaio 2010

Piedimonte Matese. Emilio Iannotta (IdV) agli alleati del Pd: "Se ci siete battete un colpo!"

Il consigliere comunale, candidato alla Regione con il Partito di Antonio Di Pietro denuncia uno stato di confusione nel Pd che dovrebbe rappresentare il partito di riferimento nella coalizione di centro -sinistra.
Le elezioni si avvicinano e quello che dovrebbe essere il partito guida della coalizione di centro sinistra continua a dare segnali poco promettenti in Campania e in provincia di Caserta. Primarie promesse, sospese, rilanciate. Nate per coinvolgere e promuovere una partecipazione diffusa, oggi appaiono quasi l’unico mezzo per una resa dei conti tutta interna al PD. Pensate da Prodi e Parisi per permettere ai cittadini di confrontare programmi e progetti sono divenute strumento per personalismi esasperati. In sostanza ideate per i cittadini e abusate dalla partitocrazia.Nel frattempo, mentre in tante parti della regione Campania e della provincia di Caserta , compreso nell’Alto Casertano, si leva forte il NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA; mentre comitati, associazioni, organizzazioni no profit, liste civiche e partiti di centro sinistra si confrontano per definire il percorso e gli strumenti per promuovere e sostenere il referendum abrogativo del decreto Ronchi; mentre professori universitari di diritto pubblico (che all’estero ci invidiano), a partire dal prof. Alberto Lucarelli, dimostrano che le regole sulla concorrenza della Commissione Europea, a cui artatamente fa riferimento il decreto Ronchi, non vincolano le Amministrazioni Locali in merito alla gestione dei servizi idrici; mentre capitali europee (vedi Parigi), regioni (vedi Puglia) e tante città, che hanno già sperimentato i disastri (in termini di qualità dei servizi, manutenzione delle reti idriche e occupazione) e l’aumento esorbitante dei costi procurati dall’affidamento ai privati della gestione dei servizi idrici, fanno retromarcia e ritornano alle municipalizzate; alcuni sindaci del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, presieduto dal sindaco di Carinola Di Biasio del PD e forte di una maggioranza trasversale PD-PDL, tentano, con un vero e proprio colpo di mano, di affidare ai privati la gestione del Consorzio, senza aprire una discussione interna ai propri partiti e tanto meno con i propri alleati. E poi ci meravigliamo che i cittadini non si fidano più dei politici e dei partiti? E su quali base possiamo costruire un progetto per la provincia di Caserta e per la regione Campania? E il PD, al cui interno non si intravede un progetto condiviso, il decisionismo che il momento richiederebbe e capacità di ascolto e coinvolgimento delle varie forme di cittadinanza attiva, si può arrogare la pretesa di guidare con propri esponenti di partito la coalizione di centro sinistra? Non è forse opportuno andare a cercare nel mondo delle professioni e dell’università, nelle disparate forme di impegno civico, nelle più coraggiose esperienze di contrasto alla criminalità organizzata le personalità a cui affidare la voglia di riscatto dei nostri cittadini e la loro diffusa esigenza di un chiaro segnale di discontinuità rispetto ad amministrazioni, anche di centro sinistra, che essi hanno avvertito distanti, deludenti e poco trasparenti? PD, se ci sei, batti un colpo!!

VERSO LE REGIONALI/De Magistris. «Bersani ritiri questo candidato, è processato per fatti gravissimi»

«L'Italia dei valori non può accettarlo, è tra i nomi peggiori che potesse uscire. Se resterà in campo, costituiremo una coalizione di emergenza democratica con chi ci sta. Tonino candidato? Non ne so nulla».
Serenella Mattera da "Il Riformista"
«Per noi non c’è nessun margine su Vincenzo De Luca». L’ex magistrato ed euro-deputato dell’Italia dei valori, Luigi De Magistris, lo va ripetendo da tempo. Perciò nel giorno dell’annuncio della candidatura del sindaco di Salerno per il Pd in Campania. chiede un intervento diretto di Pierluigi Bersani. Se il segretario non convincerà De Luca a fare un passo indietro, l’Idv – annuncia – è pronta a mettersi alla testa di una «coalizione di emergenza democratica».
Perché il no a De Luca? In generale nel Paese, ma nel Sud in particolare, per noi il filo conduttore è la questione morale. De Luca è tra le candidature peggiori che il Pd potesse presentare, date le sue implicazioni in processi per fatti gravissimi. Non vedo come l’Idv possa accettarlo.
Avete lavorato fino all’ultimo per un accordo? Che amarezza che il Pd dopo settimane di tribolazioni, dopo che dalla scorsa estate abbiamo indicato nomi e percorsi per una grande svolta, non sia stato in grado né privatamente né pubblicamente di spiegarci perché questo non vada bene. Gli avevamo chiesto nomi di discontinuità. Come in Calabria, dove non capiamo il rifiuto della candidatura di Filippo Callipo, che è un imprenditore di area moderata, una persona con la schiena dritta.
E adesso, c’è qualche spiraglio? Secondo me sì, ma deve essere Bersani in persona a occuparsene. Mi auguro che intervenga, chieda a De Luca un passo indietro, perché è molto positivo l’accordo a livello nazionale tra Pd e Idv, ma che non lo si trovi proprio in due regioni chiave sul piano della questione morale, è un segnale preoccupante.
In Campania state già studiando una candidatura alternativa? Si. Se non si trova un accordo col Pd, siamo pronti a fare una coalizione di emergenza democratica con altre forze del centrosinistra, come Sinistra e libertà e Rifondazione, che non potranno che convenire su questa voglia di cambiamento che c’è in Campania. In questo caso faremmo anche un appello a tutto il mondo dell’associazionismo campano, che è molto vivo, e allo stesso Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo (che presenta un suo candidato, ndr).
Si parla di una candidatura alla presidenza della Campania di Antonio Di Pietro. Non ne so assolutamente nulla. Lo apprendo da lei.
Ci sono altri nomi pronti? No, ma ci impegneremo nelle prossime ore per trovare una personalità adeguata, della politica o della società civile, che sia in grado di riaccendere la passione e l’entusiasmo del popolo campano, che non può passare da Cosentino a De Luca per ritornare a Cosentino o a De Luca.
De Luca e Cosentino sono dunque la stessa cosa? No, non sono la stessa cosa, perché Cosentino ha un’ordinanza di custodia cautelare per camorra. Però i fatti addebitati a De Luca saranno anche meno gravi, ma in base alle carte che ho potuto leggere ci troviamo di fronte a contestazioni gravissime. De Luca non può essere l’alternativa a Cosentino. Ma il candidato del Pdl è Stefano Caldoro, non Cosentino. Credo che sotto il profilo dei poteri forti cambi poco. Un sistema affaristico con propaggini anche di tipo criminale si radicherà nella Campania qualora dovesse vincere Caldoro, che continua ad essere l’alter ego di Cosentino. Ecco perché è ancora più grave la mancanza di sensibilità e di coraggio del Pd: si rischia di consegnare la regione a potentati del centrodestra molto vicini al crimine organizzato.
La candidatura di De Luca sembra segnare la fine del bassolinismo. Secondo me Bassolino è al tramonto.
Il sindaco di Salerno non è una figura di continuità. E infatti devo comunque riconoscere che Salerno è una città ben amministrata.
Qual è il suo giudizio su Bassolino? Ha avuto grandi luci all’inizio degli anni ‘90. Allora l’ho votato, poi non più. Perché ha lavorato male sul piano strutturale: quando si è trovato ad affrontare i nodi principali del lavoro, dell’ambiente, dello sviluppo economico, si è avviluppato sulla questione morale.

sabato 30 gennaio 2010

VERSO LE REGIONALI/La sfida di lady Mastella, caccia ai voti su Facebook

La candidata Udeur al "Confino" sperimenta la propaganda elettorale virtuale. "Ma chiederò comunque la par condicio!"
Nella campagna elettorale del porta a porta c’è una candidata che i voti li insegue su internet standosene a Roma, distante 250 chilometri dalla sua Ceppaloni. È Sandra Lonardo, Lady Mastella per i giornali, presidente del Consiglio regionale sottoposto all’obbligo di dimora fuori regione dal 21 ottobre per effetto dell’inchiesta su appalti e assunzioni all’Arpac che ha coinvolto numerosi esponenti dell’Udeur. Da allora la moglie dell’ex ministro della giustizia Clemente vive a Roma «a causa - dice - di un confino politico sulla falsariga di ciò che nel ventennio si usava fare nei confronti dei dissidenti. Una pena preventiva che è anche detentiva». Eppure, malgrado il divieto di dimora, Sandra Mastella ha scelto di candidarsi «perchè - spiega - non ho fatto nulla per cui dovermi nascondere e perchè so di non essere nè una camorrista nè a capo di una cupola». Ecco allora che l’impossibilità di avvicinare i propri elettori in modo tradizionale ha imposto alla «candidata in esilio» di sperimentare nuovi strumenti. «Farò una campagna mediatica e virtuale, sfruttando tutto ciò che internet mette in campo a partire dalle videoconferenze». E se la giornata tipo di un candidato tipo è fatta di riunioni di partito e incontri con gli elettori, quella della «candidata in esilio» non è meno frenetica. «Passo tante ore al telefono - racconta la Lonardo - incontro i tanti beneventani che stanno a Roma, scrivo lettere, rispondo alle mail e registro videomessaggi da mettere in rete. Il resto lo fanno gli spot e i manifesti. Poi, a fine giornata, mi collego a Facebook dove rimango anche fino alle 4». Proprio Facebook sembra essere una miniera di voti virtuali per la candidata dell’Udeur: «Incontro tante persone che non conosco e ricevo ogni giorno richieste di amicizia e promesse di sostegno». Le scrive un ragazzo di nome Giustino e le assicura i voti di tutta la sua famiglia, sette persone: «Che carino - commenta - fossero tutti come lui...». Poi è la volta di Elio, un ex Forza Italia che chiede di poterle dare una mano. La Mastella alza il telefono, lo chiama, ringrazia. E così via. La strana campagna elettorale andrà avanti fino a quando non sarà revocata la misura del divieto di dimora: «Per questo appena presentate le liste - annuncia - chiederò che mi sia garantita la par condicio. Così come di poter esercitare il diritto di voto. E se succederà, la prima cosa che farò sarà tornare in Consiglio, dove mi pare che certi vizi siano duri a morire, vedi la vicenda degli incarichi ai dirigenti esterni».

VERSO LE PROVINCIALI/ A Caserta, in casa Pd si fa il nome del sostituto procuratore della Cassazione Ceniccola

Il nome dell'alto magistrato potrebbe mettere insieme le diverse anime del Pd che vogliono una candidatura di altissimo profilo...di Emilio Di Cioccio
Il Partito democratico prova ad accelerare ed a chiudere la partita delle candidature per le provinciali a Caserta; provinciali che coincideranno con la tornata elettorale delle regionali a fine marzo, così come decretato dal ministero degli Interni. Assodato - salvo ulteriori colpi di scena ai quali il partito, specialmente quello casertano, ci ha abituato da tempo oramai – che sono in pochi a volere le primarie per la scelta del candidato presidente, sebbene le primarie stesse siano nel “dna” del Partito democratico, dal cilindro è spuntato un nome completamente estraneo agli ambienti della politica. E vale a dire, quello di Raffaele Ceniccola, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione.
Casertano, con un curriculum nel mondo della magistratura di tutto rispetto, Ceniccola potrebbe mettere insieme le diverse anime del Pd che sono alla ricerca di una candidatura di altissimo profilo, espressione della società civile ed in grado, al contempo, di imprimere un segnale di discontinuità rispetto alla gestione della coalizione di centrosinistra fin qui posta in essere. Per molti, soprattutto per i sostenitori di Ceniccola, la cosa – ovvero la candidatura – è già fatta; ma, in ogni caso, bisognerà sondare la concreta disponibilità del sostituto procuratore e, al tempo stesso, fare in modo che si registri la più ampia convergenza possibile su una candidatura simile. Nelle prossime 24-48 ore se ne saprà di più, considerando che i quadri di partito si sono dati appuntamento nella sede di corso Trieste per tentare di chiudere il cerchio.

venerdì 29 gennaio 2010

VERSO LE PROVINCIALI/ A ridanghete! Bocchino “sponsor” di Zinzi per mettere ko Cosentino e Landolfi

Questa campagna elettorale più per i programmi dei candidati sarà ricordata per i duelli rusticani tra i vari polli nel grande pollaio Pdl...
Da un lato, c’è Nicola Cosentino. Dall’altro, Italo Bocchino. Ma non è una novità. Che i due esponenti di spicco del Pdl non si “amassero” si era già capito quando c’era da indicare il candidato alla presidenza della Regione. Dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto il sottosegretario all’Economia, candidato in pectore dei berlusconiani, il vicecapogruppo alla Camera del Pdl è stato il primo a sbarrare la strada a Cosentino. “E’ una candidatura politicamente inopportuna, Nicola deve farsi da parte”, tuonò Bocchino.
Parole che segnarono un solco profondissimo tra lui e il coordinatore regionale del Pdl. Ora la sfida tra i due si ripete sulla scelta dell’aspirante presidente della Provincia di Caserta. Ma stavolta Bocchino sta giocando la partita senza scoprire le carte. A Roma, per conto dei finiani, sta tirando la volata al coordinatore regionale dell’Udc, Domenico Zinzi. Eppure, Bocchino sa bene che il Pdl casertano ha rivendicato con forza la candidatura di un uomo di partito. E allora a cosa punta il vicecapogruppo alla Camera del Popolo della libertà? Presto detto. Il suo obiettivo è quello di assestare un altro colpo, forse letale, al tandem Cosentino-Landolfi, che guida il Pdl campano. Ci riuscirà? Chissà. La partita della Provincia di Caserta si è spostata sul tavolo nazionale. E sembra di capire che in queste ore, nei palazzi del potere romano, in gioco non ci siano solo le sorti del centrodestra in Terra di Lavoro. Il piatto è molto più ricco. Da Caserta potrebbe passare un accordo tra Pdl e Udc che riguarderebbe anche la prospettiva politica regionale e nazionale dei due partiti. Insomma, la vittoria di Bocchino su Cosentino (con la candidatura di Zinzi alla presidenza dell’ente di corso Trieste) aprirebbe due scenari: la riconciliazione tra Berlusconi e Casini; e l’indebolimento della leadership del Pdl campano. Così il deputato ex An colpirebbe due piccioni con una fava. Ma se Bocchino vuole mandare ko il suo “nemico storico”, Cosentino è tutt’altro che disposto a farsi mettere a tappeto. Spalleggiato da Landolfi e dalle truppe casertane, il sottosegretario sta preparando la contromossa. Oggi si riunisce di nuovo il coordinamento provinciale. E non è escluso che nel corso del vertice possa essere indicato il nome del candidato alla guida della Provincia. Si tratterebbe ovviamente di un berlusconiano. Tra i più accreditati, oltre ai parlamentari casertani (Sarro in primis), ci sarebbe quello del sindaco di Aversa, Domenico Ciaramella. Politico e amministratore navigato, il primo cittadino normanno potrebbe essere la persona giusta per portare il Pdl alla vittoria elettorale, anche senza l’accordo con l’Udc. Ma la contromossa di Cosentino e dei suoi potrebbe essere tardiva. La partita è in corso di svolgimento a Roma. Attorno al tavolo ci sono Berlusconi e Casini. E la posta in gioco va ben oltre la Provincia di Caserta.
Mario De Michele

VERSO LE REGIONALI/ L'editoriale di Marco Demarco: "Primarie Pd? Ultima partita per Bassolino"

"Pur di assistere a uno scontro vero e diretto, senza vuoti formalismi e odiose ipocrisie, saremmo pronti ad archiviare benevolmente lo spettacolo indecoroso di questi giorni: dal vuoto di direzione politica, all’incertezza sui candidati, fino alle patetiche attese del Godot di Nusco."
Magari finisse così. Magari ilPd campano si decidesse a indire definitivamente le primarie e magari a duellare fossero davvero due candidati di alto profilo come Marone e De Luca. Se così fosse, pur di assistere a uno scontro vero e diretto, senza vuoti formalismi e odiose ipocrisie, saremmo pronti ad archiviare benevolmente lo spettacolo indecoroso di questi giorni: dal vuoto di direzione politica, all’incertezza sui candidati, fino alle patetiche attese del Godot di Nusco. A consigliare prudenza, e a insinuare il dubbio che il capitolo finale non sia ancora stato scritto, sono un paio di interrogativi rimasti senza risposta. Il primo. Marone e Cascetta, l’assessore che proprio ieri ha scritto un’amara lettera a Bersani sulle lacerazioni interne al Pd, hanno profili politici molto simili: entrambi della squadra di Bassolino, entrambi con una forte impronta tecnica, ed entrambi fedeli al leader nei momenti peggiori. Ebbene, perché, in nome degli stessi valori, il secondo rinuncia alle primarie e il primo, invece, si fa avanti? E fuori luogo il sospetto di tatticismo? L’altro interrogativo riguarda Bassolino. Tempo fa, nel pieno del caos dei rifiuti. il eovernatore chiese un anno’di tempo per uscire dall’emergenza e poi valutare l’ipotesi delle dimissioni. Di dimissioni non ha pi parlato. a piuttosto iniziato a ricordare i primati di cui va fiero: mai persa un’elezione diretta; con lui il centrodestra «non si è mal tolto lo sfizio di vincere»; e ogni volta che si è ripresentato, sia al Comune di Napoli, sia alla Regione, ha sempre raccolto più consensi della prima candidatura. Un modo come un altro per dire che con lui in campo la partita non è affatto persa. Ma allora, se così stanno le cose, se il quadro non è del tutto compromesso come a noi appare, perché Bassolino non si ripresenta? Formigoni, in Lombardia, lo ha fatto. Perché il nostro governatore rinuncia all’ultima, decisiva sfida? Qualcuno dice che questa volta Bassolino sa di perdere, perci non si fa avanti. Ma Bassolino perderebbe comunque. Questa volta non potrebbe fare come con Nicolais, alle elezioni provinciali di Napoli, quando spieg la sconfitta con la scelta di un candidato a lui estraneo e anzi contrapposto. Marone, con tutti i dovuti distinguo, è Bassolino. Se perde Marone, perde Bassolino. E se poi De Luca, vincitore alle primarie, dovesse perdere nello scontro con il centrodestra, co me potrebbe, Bassolino, già sconfitto nel duello interno, dire che lui avrebbe fatto meglio alle elezioni istituzionali? Al punto in cui siamo, Bassolino pu uscirne solo in due modi: o sorprendendo tutti riproponendosi, dopo essersi sottoposto come Vendola alle primarie, per la terza volta; o indicando un candidato così forte e così «alto», da garantire sia un minimo di coalizione, sia la vittoria finale. Questo candidato è Marone? Staremo a vedere. Ma intanto la coalizione non c’è più : il centrosinistra ha perso pezzi di «centro» e pezzi di «sinistra», e se ci è accaduto non è solo per effetto dei giochi nazionali o del fuoco amico di cui Bassolino è stato bersaglio, dal «cacicchi» di D’Alema agli inviti di Veltroni a farsi da parte. Se il centrosinistra si è frantumato, Bassolino non può dirsi innocente.

Forse il piccolo anatroccolo è diventato un..Cigno!

La volontà profusa da queste persone per stabilire una volta e per sempre quella pax quotidiana fa anche del nostro giornalista in erba (per via dell'età, beato lui) una persona che mostra di voler maturare... E noi siamo contenti...Ben tornato... Cigno!

giovedì 28 gennaio 2010

VERSO LE PROVINCIALI/ Per Zinzi pronto un superassessorato nella Giunta Regionale.

L’avevamo detto ieri che il vero “caso nazionale” era rappresentato da Caserta. Una dimostrazione? Eccola: L’accordo tra Pdl e Udc è stato sancito ma è stata stralciata la questione della nomination alla presidenza della Provincia di Caserta. D’altronde era stato lo stesso segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, dopo un suo pranzo con Berlusconi, a dichiarare: “In Campania abbiamo raggiunto un accordo con il Pdl”.
di Giovanni De Stasio
Ci si è messi d’accordo sui tre assessorati da assegnare all’Udc, si è risolto il problema che più stava a cuore a Ciriaco De Mita (Il riordino e la riorganizzazione dei poteri della Regione), ma è rimasto il nodo dell’assegnazione della candidatura al vertice provinciale. Insomma, l’accordo nazionale sarebbe stato anche chiuso e sottoscritto se non ci fosse stato il “nodo-Caserta”. L’Udc di Caserta, con in testa il suo segretario provinciale Angelo Consoli, insiste perché si chiuda l’accordo rispettando l’intesa già sottoscritta prima delle elezioni provinciali di Napoli-Avellino e Salerno. Al commissario regionale dell’Udc Domenico Zinzi che era stato uno dei “magnifici quattro” (insieme a Ciriaco De Mita ed a Nicola Cosentino e Mario Landolfi) a siglare quell’accordo che ebbe piena fortuna. Ma, intanto, per placare l’ ira funesta di Zinzi gli sarebbe stata offerto l’assessorato regionale ai lavori pubblici o alla sanità. Intanto, domani sera, alla stessa ora, proprio sul tema cruciale delle alleanze e delle candidature si terranno le riunioni dei coordinamenti provinciali del Pdl e del Pd. Il Pdl, sotto la direzione del senatore Pasquale Giuliano, designerà il candidato alla presidenza della Provincia (in pole position il senatore Carlo Sarro), mentre il Pd, sotto la direzione del segretario regionale Enzo Amendola, deciderà se fare anche a Caserta le primarie. I tempi sono strettissimi. Per partecipare alle primarie del 7 febbraio, bisognerà presentare le candidature entro le 12 di domani sabato. Chi potranno essere i competitori? Dovrebbero essere questi:
1)l’ex parlamentare antimafia Ds Lorenzo Diana (molto amico del competito regionale Enzo De Luca);
2)il consigliere regionale Giuseppe Stellato;
3)Nicola Ucciero (bassoliniano doc);
4)il sindaco di San Felice a Cancello Pasquale De Lucia.
Ma, intanto, c’è da obiettare che gli alleati Italia dei Valori, Alleanza per l’Italia, Sinistra e Libertà hanno ancora una volta esternato la loro assoluta contrarietà alle primarie che “saranno solo una resa dei conti interni”. Ma potrebbero anche non celebrarsi le primarie casertane a patto che si riuscisse a trovare una candidatura condivisa e di sintesi. Cosa assolutamente impossibile perché nel Pd c’è una guerra interna senza quartiere. Addirittura si ipotizza che quanto prima al suo interno si verificherà un vero terremoto politico. Molti starebbero per trasmigrare verso i lidi dell’Api (Alleanza per l’Italia) di cui è responsabile provinciale l’ex deputato della Margherita e del Pd Pierino Squeglia. Anzi, circola con insistenza la voce che tutto il gruppo ex Margherita, capitanato da Felice Del Monaco, quanto prima approderà nell’Api. A buttare ancora benzina sul fuoco ci si è messa anche la questione esplosa al Consorzio Idrico, oberato sotto una coltre di oltre 100 milioni di debiti. Ancora la privatizzazione degli impianti idrici è stata la scintilla che ha fatto esplodere l’ira e la contestazione dell’onorevole Pina Picierno e dell’ex parlamentare antimafia Lorenzo Diana che non nascondono che esistta una questione morale. Secondo la Picierno “è stata scelta, secondo metodi poco trasparenti, una società che può contare su un capitale sociale di appena ventimila euro”. Alla riunione del coordinamento di oggi alle 16 del Pdl interverranno tutti i parlamentari (Nicola Cosentino, Mrio Landolfi, Pasquale Giuliano, Gennaro Coronella, Giovanna Petrenga, Carlo Sarro e Gianfranco Paglia. Nonché i tre consiglieri regionali: Paolo Romano, Giuseppe Sagliocco e Angelo Polverino. Oltre che della “questione delle questioni” riferita alla scelta del candidato alla presidenza della Provincia (Landolfi aveva lanciata anche la candidatura del sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca), anche le nove candidature alla Regione (che dovranno contenere per legge minimo tre donne), nonché le 36 candidature ai collegi provinciali. In tutto dovranno essere fatti 46 candidature. Al termine della presentazione delle liste mancano esattamente 30 giorni.

VERSO LE PROVINCIALI/Il senatore Giuliano: il Pdl ha i voti e deve indicare il candidato presidente

Il coordinatore provinciale al giornalista Mario De Michele: "Il 53% dei consensi che il Pdl ha nel casertano è un dato significativo e non ammette repliche."
Dai vertici alla base, passando per gli amministratori locali. Il Pdl casertano non molla. Rivendica con forza l’indicazione del candidato alla presidenza della Provincia. E per ora neanche l’accordo con l’Udc sul piano regionale ha spianato la strada, che anzi diventa sempre più tortuosa, alla discesa in campo di Domenico Zinzi alla guida della coalizione di centrodestra.
"Il 53% dei consensi che il Pdl ha nel casertano – fa notare il coordinatore provinciale Pasquale Giuliano (nella foto a sinistra con Pasquale Coronella vicecoordinatore provinciale Pdl) - è un dato significativo e che non ammette repliche. Anche per questo i circa trenta sindaci, i quattro consiglieri regionali e i sei parlamentari nazionali di centrodestra di Terra di Lavoro pretendono la giusta visibilità e un maggiore peso politico del Pdl nella scelta del candidato a presidente della Provincia”. Il nodo Caserta, quindi, è tutt’altro che sciolto. Non a caso Giuliano ha convocato per domani una nuova riunione del coordinamento per affrontare il tema delle alleanze e delle candidature. “Dalla classe dirigente, dagli amministratori e dalla base del Pdl – osserva il senatore – è partita una fortissima sollecitazione ai vertici regionali e nazionali affinché il candidato alla presidenza della Provincia sia espressione del Popolo della Libertà. Si tratta di una presa di posizione, che come ho già detto prima, è basata su numeri incontrovertibili. Non si tratta di una rivendicazione strumentale, ma di un atto politicamente doveroso. In democrazia contano i consensi, e il Pdl ha sempre dimostrato di essere un partito rispettoso della volontà popolare”. E per ribadire questa posizione, venerdì scorso il coordinamento del Pdl ha approvato all’unanimità un documento in cui è stato chiesto a chiare lettere che la leadership della caolizione di centrodestra alle provinciali fosse indicata dal partito di Berlusconi. Un concetto che sarà ribadito anche nella riunione di domani. “La nostra impostazione – afferma Giuliano – è condivisa dai vertici regionali e nazionali perché è una posizione politicamente ineccepibile”. Ma su chi punterà il Pdl? Giuliano taglia corto: “Siamo un grande partito, abbiamo almeno 15 nomi all’altezza del compito”. Zinzi è avvisato.

mercoledì 27 gennaio 2010

VERSO LE REGIONALI E PROVINCIALI/ L’accordo tra Pdl e Udc passa per la Provincia di Caserta

C’è chi aveva preconizzato una “notte dei lunghi coltelli”. Chi, invece, aveva previsto un accordo a tutto tondo. E chi, appellandosi a una cautela “doverosa in questi casi”, non ha voluto fare previsioni. In casa Pdl e Udc quella appena trascorsa è stata una “notte bianca” per dirla con Dostojevski. La giornata di ieri, infatti, non è bastata a sciogliere il nodo, che rischia di diventare gordiano, sul nome dell’aspirante presidente del Provincia di Caserta.Mario De Michele
In un turbinio di voci, indiscrezioni, parole dette e non dette la candidatura di Domenico Zinzi, coordinatore regionale dell’Udc, è apparsa prima una cosa ormai fatta, poi un’ipotesi remota, e successivamente un qualcosa di cui discutere ancora. Magari intrecciandola con l’intesa più ampia sul piano regionale. Fatto sta che proprio attraverso la risoluzione del “caso” Caserta sembra passare l’accordo politico complessivo (composizione della giunta regionale in caso di vittoria del centrodestra) tra Pdl e Udc. La corsa per la conquista dell’ente di corso Trieste come una sorta di crocevia dell’accordo, di viatico per una collaborazione più stretta e meno turbolenta rispetto agli ultimi sviluppi nei rapporti tra Berlusconi e Casini. E proprio i leader dei due partiti avrebbero avuto un incontro notturno (giusto per rimanere in tema) grazie al quale oggi potrebbero essere decise le sorti del centrodestra in Campania e a Caserta. Ma cosa avrebbe inasprito i rapporti tra Pdl e Udc che a livello regionale sono sempre andati d’amore e d’accordo? Il tempo delle mele sarebbe finito con la candidatura a governatore di Caldoro, leader del Nuovo Psi, a discapito di Cosentino, “deus ex machina” dei berlusconiani campani. Il passo indietro del sottosegretario all’Economia ha rimesso in discussione l’accordo siglato da Udc e Pdl in occasione delle elezioni provinciali (vinte) a Napoli, Salerno e Avellino. Quell’accordo, come ricordato più volte dallo stesso Zinzi, contemplava appunto che la presidenza della Provincia di Caserta spettasse al partito di Casini. E ovviamente Zinzi sarebbe stato il candidato del centrodestra. Ma poi lo scenario regionale è completamente mutato, e ha determinato un effetto domino sul piano provinciale. Anche su spinta del gruppo dirigente casertano, Cosentino avrebbe tirato il freno a mano per far recuperare al Pdl la visibilità e il peso politico perso con la discesa in campo di Caldoro. Ma da qui a parlare di una frattura insanabile tra i due partiti casertani ce ne passa. E, come dicevamo, forse già oggi, o al massimo entro questo fine settimana e l’inizio dell’altra, il patto d’acciaio tra Pdl e Udc potrebbe essere sottoscritto. Con il beneplacito romano di Berlusconi e Casini.

martedì 26 gennaio 2010

L'EDITORIALE/ 1 di Gianluigi Guarino.Cosentino: "Se il Pdl di Caserta non esprime il candidato governatore, non è giusto che sia tagliato fuori...

"...anche da quello alla Provincia. Nessun patto violato." Il sottosegretario, dopo essere stato spedito involontariamente a quel paese da Guarino ingannato dal mittente telefonico privato, ha chiarito a Casertace la sua posizione sul nodo più importante della coalizione di centrodestra
di Gianluigi Guarino
Alla quarta telefonata con mittente “anonimo”, "adrenalina – Guarino" ringhia già più di Gattuso al cospetto dei garretti di Cristiano Ronaldo. Dopo aver congedato con tre vaffa i precedenti interlocutori presentatisi col numero “privato”, il quarto ha incrociato una mitragliata di insulti quando ha esordito dicendo: “Ma una volta ci volevamo più bene, ora mi perseguiti”-
“Ti preseguitoooooo!.!!.. Ma chi cazzo sei, come ti permetti. Io non ho mai condotto persecuzioni personali, semmai perseguito la cattiva politica. Io esprimo giudizi e non ho pregiudizi…..” e bla, bla. bla con tutto il consueto armamentario da liberale spesso un po' tronfionarcisista e afflitto dall’anomalia di essere, per natura, fumantino e attaccabrighe. Telefono sbattuto il faccia con immancabile vaffa.
Passano tre minuti: sul display compare il numero 33571……Un numero che conosco bene da anni perché da dieci anni è sempre lo stesso. Dall’altra parte una voce. “Chiamavo con il privato perché usavo il telefonino del ministero. Posso umilmente dire una cosa senza che mi riempi di insulti…..”
“Nicolaaa! Mannaggia a te co’ ‘sto privato! Passo le giornate a litigare al telefono e ormai vado in automatico. E la tua voce, che non sentivo da un pezzo, non sono riuscirà a individuarla. Scusami tanto. Certo, l’intervista risarcitoria ora ti tocca. Difficilmente riuscirai a convincermi delle tue ragioni contingenti e men che meno smonterai la mia avversione strutturale rispetto alla politica che impersoni, ma questa tribuna, stamattina, è tutta tua.
Cominciamo dal patto di primavera. Quelli dell’Udc ne rivendicano il rispetto.“Su questo si sono dette e scritte cose tanto ingenerose quanto inesatte. Il patto riguardò le elezioni provinciali in tre province. Il resto fu una semplice dichiarazione di intenti del Pdl e dell’Udc perché fossero ricercate le condizioni per ribadire l’intesa alle elezioni regionali e alle elezioni provinciali di Caserta.”
E non è la stessa cosa?“No. Non è la stessa cosa.”
Scusa, Nicola. Ma se uno si allea per tre province e ora governa nelle medesime, va da sé che la cosa debba estendersi in una dimensione regionale.“Sul piano strettamente politico il discorso non fa una grinza. Diverso è il ragionamento quando si affrontano i contenuti dell’intesa. Voglio dire, che se il il Pdl di Caserta esprime il candidato alla presidenza della Regione, rappresenterebbe, poi, un’equa forma di equilibrio della rappresentanza, attribuire all’altro socio della coalizione la candidatura alla presidenza della Provincia di Caserta. Ma se il Pdl di Caserta non esprime il candidato a presidente della Regione, mi spiegate un po’ perché si continua a parlare di violazioni di patti?
Spiegacelo tu.“Il percorso politico inaugurato dopo il turno delle elezioni amministrative della scorsa primavera si fondava proprio sulla possibilità di dare a Caserta, attraverso il mio impegno diretto, che poi era l’impegno del coordinatore regionale del Pdl, la massima rappresentazione possibile nel governo della Regione. Dunque, era anche normale che l’amico Zinzi si ritenesse, in pratica, già candidato alla Provincia in quanto massima espressione politica casertana e regionale dell’Udc. Poi le cose si sono messe in maniera differente e questo cambia fatalmente gli equilibri. E ti prego di credermi: non è una questione di ordine personale. Semplicemente. mon è giusto che il Pdl di Caserta, che, per i motivi che tutti conoscono, non è più in condizione di ottenere la candidatura alla presidenza della Regione, ora debba anche rinunciare a quella di presidente della Provincia, essendo il primo partito della coalizione e il primo partito in assoluto. Sarebbe una soluzione iniqua e, soprattutto, autolesionista perché andrebbe a mortificare un principio democratico: quello della corretta riproduzione del consenso popolare nella rappresentanza politica e istituzionale. Rintengo questo un discorso di buon senso senza alcuna arroganza e senza alcuna espressione prevaricatrice.”
Mah, Nicola; Casertace ha scritto e continuerà a scrivere, forse, tutto il male possibile della tua politica, ma sul caso specifico le tue ragioni non sono certo campate in aria. Forse non sono le uniche, ma meritano pena cittadinanza nell’attuale confronto per la determinazione delle massime rappresentanze regionali e provinciali. E da liberale placato da una camomilla, la cosa sono costretto, seppur a denti stretti, a riconoscertela.

L'EDITORIALE/ 2 di Giovanni De Stasio. Provinciali Caserta, Del Monaco (Pd): Zinzi o Squeglia per la presidenza

Caso veramente paradossale: la situazione preelettorale era più chiara e più definita un mese fa che ora, a quasi un mese dalla scadenza del termine della presentazione delle liste. Allora, invece di andare avanti, si va indietro. E’ proprio così. Chi ha contribuito in modo determinante ad aggrovigliare la situazione politica a tutti i livelli è stata la cosiddetta “Politica dei due forni” o delle “alleanze variabili”. di Giovanni De Stasio
Insomma, il quadro delle alleanze e delle liste si sarebbe chiuso già da un pezzo se non irrompeva sulla scena politica questo inseguire le alleanze a macchia di leopardo messa in campo dal leader incontrastato Pierferdinando Casini il cui motto è disgregare per riaggregare. Ma veniamo a noi. A circa un mese dalla presentazione delle liste regionali e provinciali questo il punto: per le quattro ipotetiche candidature ai vertici della Regione e della Provincia (in Campania, da notare, è l’unica Provincia a rinnovare il proprio “Parlamentino”). Finora c’è stata la sola nomination a candidato Governatore di Stefano Caldoro per conto del centrodestra. Di là da venire la candidatura del centrosinistra. Così come non sono state ancora fatte ambedue le candidature alla presidenza della Provincia di Caserta. E, intanto, un po’ tutti si pongono la domanda che tra i due schieramenti nominerà prima il candidato alla presidenza della Provincia? Per il centrodestra si potrebbe avere per oggi la fumata bianca, mentre per il centrosinistra la parola finale passa alla riunione dell’assemblea regionale del Pd di stasera.. L’ex presidente della Provincia e già eurodeputato Riccardo Ventre (magistrato del Tar e docente del processo del diritto amministrativo) non gradisce l’eventuale nomina a giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo perché incompatibile con l’attività politica che vuole continuare a svolgere ci dichiara che tra oggi e domani potrebbe chiudersi definitivamente l’accordo Pdl-Udc. “L’accordo contemplerà soprattutto – sottolinea Ventre – la candidatura alla presidenza della Provincia a Domenico Zinzi. E’ sicuro che ce la daranno. Ed è un’ottima soluzione perché senza l’Udc si perde”. Ma il presidente della Costituente di Centro Ciriaco De Mita è pienamente d’accordo sulla candidatura d Zinzi? “Per onore di verità, va detto che De Mita, in sede di trattative, ha espressamente chiesto la candidatura di Zinzi”. Lei starà in campo? “Assolutamente sì. Già ho pronte liste a sostegno di Zinzi-presidente. Ma le avrei lo stesso per un altro candidato espressione del centrodestra”. Anche lo stesso Zinzi è sicuro che è imminente una sua nomination. La sua sicurezza risiede nel fatto che nutre grande fiducia nella serietà del coordinatore regionale del Pd Nicola Cosentino e del suo vice Mario Landolfi. L’accordo fu siglato prima delle elezioni provinciali di Napoli-Salerno ed Avellino le cui presidenze sono andate al Pdl con il sostegno dell’Udc. In quella occasione fu sancito che la presidenza della Provincia di Caserta sarebbe andata a Zinzi, come massima espressione dell’Udc. Vedremo. Se sono rose fioriranno. Vediamo cosa succede nel Pd. Chi sarà il candidato al vertice della Provincia? Un bel rebus. Nemmeno dall’ennesima riunione del coordinamento provinciale è uscita la fumata bianca. “Si è in alto, alto mare” ci ha confidato uno dei partecipanti alla riunione presieduta dal segretario provinciale Enzo Iodice. Un altro ha detto: “Abbiamo discusso del sesso degli angeli”. La vera verità l’ha detta Lucia Esposito: “Il candidato che fa sintesi non ce lo abbiamo. Ma per la verità non ne ammbiamo nemmeno discusso di candidati-presidenti. Aspetteremo le conclusioni dell’assemblea regionale che si terrà questa sera. Se, sull’onda di quello che è successo in Puglia, si opterà per le primarie quale metodo per la individuazione dei candidati, allora le primarie si faranno per il candidato-Governatore e per il candidato-presidente della Provincia. Insomma, faremo contemporaneamente primarie a Napoli e a Caserta”. Ma chi sono gli aspiranti che hanno delle chanches concrete? Il consigliere regionale Giuseppe Stellato; l’ex parlamentare Ds Lorenzo Diana, il segretario provinciale Enzo Iodice. Il “Grande vecchio” del Pd Felice Del Monaco sostiene che “la migliore candidatura interna è quello di Stellato”. E per una candidatura esterna? “ Svettano – dice Del Monaco – le candidature di Pierino Squeglia, Mimì Zinzi e Riccardo Ventre”. Ma come Zinzi che sta chiudendo con il Pdl? “Sono sicuro che la candidatura dal Pdl assolutamente non l’avrà. Potrà essere il nostro presidente”. Intanto, su qualche giornale si continua ad avanzare la candidatura del deputato Stefano Graziano, ma lui continua a smentire. E si sfoga: “Mi si chiede un parere su Stellato ed io mi esprimo positivamente. Ma poi mi si obietta che non lo vogliono. La stessa cosa succede con Diana. Quindi, cosa vogliono da me?”. E’ chiaro che si faranno le primarie saranno solo di partito e non di coalizione perché l’Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà ed i Verdi si sono espressi contrari a tale metodologia di scelta. Insomma, è veramente notte fonda.

Pd, per le primarie si profila la sfida tra Cozzolino e De Luca

Confronto in direzione nazionale: per il posto di aspirante governatore in campo sindaco ed eurodeputato
Lo schiaffo pugliese fa girare a vuoto il Partito democratico. È il giorno dell’insalata campana. Di tutto e del contrario di tutto. Soprattutto del non detto, che viene interpretato e sparato addirittura sulle agenzie nazionali. Tanto il momento è quello giusto. Più siamo meglio stiamo. Sarà. E nel corto circuito mediatico spunta la sfida ideale. Ideale per la guerra, si capisce: un De Luca contro Cozzolino. Una sorta di ultimo atto. Di Avatar alla napoletana. Alieni contro umani. Deluchiani contro bassoliniani. Roba che gli osservatori aspettano da dieci anni almeno. Il redde rationem plateale. La notizia corre. Dunque è data. A Roma in direzione nazionale parla il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che nel frattempo ha raccolto l’ok anche di Francesco Rutelli. «Stranamente misurato», commentano i più. Il ragionamento deluchiano è questo: in Campania stiamo perdendo tempo utile, è necessario un uomo che abbia dimostrato di aver amministrato bene, che sappia raccogliere voti anche a destra, che faccia rianimare le speranze. Guarda un po’ il suo identikit. Ma nulla di più, né un nome, né una discesa in campo vera. Alla Vendola per intenderci. Ma dopo di lui parla l’europarlamentare Andrea Cozzolino. «Il tema fondamentale dell’allargamento del bacino elettorale del Pd, soprattutto al Sud — spiega poi in un comunicato —, si può declinare sì con le alleanze, ma anche mettendo in campo personalità della società civile, capaci di mobilitare energie anche al di fuori del perimetro tradizionale del centrosinistra». Dunque primarie da combattimento. A meno che non siano confermative e dunque ci sia un nome unitario. Antonio Bassolino nel rilassato ruolo di presidente della fondazione Sudd torna sulla questione: «Ribadisco ciò che penso e non da ora. Primarie confermative se il candidato è unitario. Altrimenti primarie con più candidati per scegliere il nome in maniera più democratica». Quanto all’identikit, il presidente uscente dà un ampio ventaglio di opzioni (fin troppo). «Penso che ci sia la possibilità di ragionare su diversi candidati — spiega — sia che provengano da esperienze istituzionali sia della società civile. Ci sono personalità venute dalla società civile che hanno rilevanti responsabilità politiche e amministrative». Bassolino a chi si riferisce? Al suo assessore tecnico Ennio Cascetta? Allo stesso Cozzolino? O si potrebbe pensare a un giovane sindaco come Enzo Cuomo? Oppure ad un giovane come Enzo Amendola o Marco Di Lello? In verità pare che da Roma sia arrivato ordine di attendere 48 ore. Nella ricerca disperata che o il rettore Guido Trombetti o qualcun altro decidano di giocarsi la partita (sulla carta a perdere).

lunedì 25 gennaio 2010

PER SORRIDERE UN PO'...

LE VIGNETTE DI BESOZZI

VERSO LE REGIONALI/ Ecco la mappa attuale delle candidature regionali di tutta Italia

In Puglia il ciclone Vendola sfascia l'accordo dei tre forni messo in piedi dall'Udc che correrà da sola con Poli Bortone. A Venezia il Ministro Brunetta candidato sindaco della città per il centro destra. In Campania nulla è deciso perchè le nubi che si offuscano sulle elezioni provinciali di Caserta (eventuale mancata candidatura di Zinzi) rischiano di far saltare il banco...
Dopo l'esito delle primarie del centrosinistra in Puglia si va completando il quadro dei duelli e delle alleanze in vista delle prossime elezioni regionali. La vittoria di Nichi Vendola spiazza il Pd e induce l'Udc, che avrebbe appoggiato Francesco Boccia, a sfilarsi e a correre da sola, presentando come propria candidata la senatrice Adriana Poli Bortone. Il Pdl invece ha designato Rocco Palese, capogruppo in consiglio regionale ed ex assessore al Bilancio nella giunta Fitto, tra il 2000 e il 2005. In Puglia quindi si delinea una sfida a tre: Vendola per il centrosinistra; Palese per il Pdl e Poli Bortone per l'Udc. Oltre alla Puglia, sono gia' definite le sfide in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Basilicata. Di seguito i candidati per il centrodestra, il centrosinistra e, dove corre da sola, l'Udc. Lombardia: Roberto Formigoni (centrodestra), Filippo Penati (centrosinistra); Veneto: Luca Zaia (centrodestra), Giuseppe Bortolussi (centrosinistra), Antonio De Poli (Udc); Piemonte: Roberto Cota (centrodestra), Mercedes Bresso (centrosinistra); Liguria: Sandro Biasotti (centrodestra), Claudio Burlando (centrosinistra); Emilia Romagna: Giancarlo Mazzucca (centrodestra), Vasco Errani (centrosinistra), Gian Luca Galletti (Udc); Lazio: Renata Polverini (centrodestra), Emma Bonino (centrosinistra); Basilicata: Magdi C. Allam (centrodestra), Vito De Filippo (centrosinistra). In queste elezioni regionali, per ribadire la propria autonomia da entrambe le coalizioni, l'Udc si affida alla politica ribattezzata dei "tre forni" (e' stato il suo leader, Pierferdinando Casini, a parlare oggi di "terzo forno"). In alcune regioni si presentera' alleata con il Pd, in altre con il Pdl, e in altre ancora da sola. Oltre che in Puglia, L'Udc correra' da sola anche in Veneto, Emila Romagna, Toscana e probabilmente in Umbria. Nel Lazio ha gia' ufficializzato il suo appoggio a Renata Polverini e dovrebbe sostenere i candidati del Pdl anche in Calabria (Giuseppe Scopelliti) e Campania (Stefano Caldoro), regioni in cui il Pd non ha ancora formalizzato le sue scelte. In Piemonte e Liguria (ma con ogni probabilita' anche nelle Marche e in Basilicata) potrebbe prendere forma invece l'alleanza tra Pd e Udc. Nelle Marche e in Toscana e' il centrodestra a non avere ancora individuato un proprio candidato. Il centrosinistra invece ha gia' designato Gian Mario Spacca per le Marche ed Enrico Rossi per la Toscana, dove correra' autonomamente l'Udc con Francesco Bosi. Per il Pd situazione complicata in Umbria, dove la governatrice uscente, la bersanian-dalemiana Maria Rita Lorenzetti, avrebbe bisogno di una deroga allo statuto per un eventuale terzo mandato, per la cui approvazione necessita del consenso dei due terzi dell'assemblea del partito. Ma a contendergli la candidatura c'e' il senatore Mauro Agostini, che continua a sostenere l'inderogabilita' delle primarie. "In Campania e Calabria chiuderemo in questi giorni, mentre in Umbria spero che si possa arrivare ad una proposta unitaria", ha auspicato stamani in direzione il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. VENEZIA - E ieri si sono svolte anche le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco a Venezia. A sfidare il ministro Renato Brunetta, candidato per il centrodestra, sara' Giorgio Orsoni, avvocato vicino al sindaco uscente, Massimo Cacciari, che ha ottenuto il 46 per cento dei voti contro il 35 del Verde Gianfranco Bettin e il 18 per cento di Laura Fincato, su un totale di soli 13mila votanti.

Zinzi (Udc) insiste: "C'è' l'intesa col Pdl, l'ha firmata Cosentino!"

Il leader regionale dell’Udc, Domenico Zinzi, rompe gli indugi ed anticipa che l’accordo con il centrodestra
"L’intesa col Pdl è cosa fatta, attendiamo solo l’ufficializzazione. E poi, certo, occorrerà discutere dei dettagli". Il leader regionale dell’Udc, Domenico Zinzi, rompe gli indugi ed anticipa che l’accordo del suo partito con il centrodestra per le elezioni regionali è ormai concluso, grazie al sostanziale via libera delle segreterie nazionali. Ma non solo, perché il parlamentare sottolinea chiaramente che tra i dettagli ancora da discutere non ci sarà la candidatura per la presidenza della Provincia di Caserta, che pure solo ieri il coordinamento provinciale del Pdl, con un documento approvato all’unanimità, ha espressamente rivendicato. "Se la politica è ancora una cosa seria - obietta Zinzi - gli impegni vanno mantenuti. E l’accordo per l’ente di corso Trieste è stato concluso ben 8 mesi fa, in occasione dell’ultima tornata per le provinciali, quando grazie all’aiuto determinante dell’Udc, il centrodestra ha potuto conquistare al primo turno la guida di ben tre Province: Napoli, Salerno ed Avellino. All’epoca si discusse del pacchetto complessivo, e fu inserita anche Caserta, nonostante si votasse l’anno successivo.
Ed essendo stata quell’intesa sottoscritta direttamente dal coordinatore regionale del Pdl, Nicola Cosentino, e dal suo vicario, Mario Landolfi, non voglio pensare che oggi il coordinamento provinciale del partito sfiduci i suoi massimi dirigenti. Cosentino e Landolfi sono persone serie e mantengono gli impegni. Oltretutto, lo stesso Landolfi, in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno un paio di settimane fa ricordò quell’accordo dicendo che se avesse retto nonostante le vicende nazionali, non sarebbe stato messo in discussione". I dettagli da definire, invece, sono solo quelli relativi ai programmi: "Mi riferisco alle cose che davvero interessano alla gente - spiega Zinzi - la sanità, il lavoro, le infrastrutture, l’utilizzazione dei fondi comunitari. Questioni che affronteremo con il candidato designato, Stefano Caldoro, con il quale peraltro ho un ottimo rapporto". Infine, un passaggio su Pierino Squeglia, che proprio per l’alleanza elettorale con il centrodestra ha deciso di abbandonare l’Udc: "Le ragioni del suo passaggio con Rutelli le ha spiegato lui stesso: ha una storia personale nel centrosinistra ed io non posso che rispettare la sua scelta".
Pietro Falco

domenica 24 gennaio 2010

VERSO LE ELEZIONI/PdL e Udc ad alta tensione! Scontro De Mita-Amendola

Ieri vertice a Roma con Casini. Ma il nodo dell’accordo non viene ancora sciolto Il leader di Nusco: dialoghiamo con tutti. Il segretario Pd: non lo sento da tempo. Intanto Italia dei Valori boccia gli uomini del Governatore e lancia Cantone «Caldoro? Non lo so, valuteremo. Dialoghiamo con tutti, centrodestra e centrosinistra». Così Ciriaco De Mita, presidente dell’Unione di Centro della Campania, commenta, a margine dell’assemblea della Costituente di Centro a Roma, la candidatura di Stefano Caldoro per il centrodestra alla presidenza della Regione Campania. «Non credo però che ci sarà un candidato dell’Udc in Campania », aggiunge l’ex presidente del Consiglio ai giornalisti. Insomma, accordo chiuso sì, ma non definito nella sua interezza. E’ questo che emerge dal vertice dell’Unione di Centro che si è svolto nella tarda mattinata di ieri. Resta ancora il nodo della presidenza della Provincia di Caserta, ma anche alcuni tasselli relativi alla futura giunta regionale in caso di vittoria. Da qui anche le dichiarazioni del coordinatore regionale del PdL, Nicola Cosentino, che parla dell’Udc in Campania come di una forza non indispensabile per la vittoria alle urne di marzo. In realtà è lo stesso leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, a ribadire il sostegno alla candidata del PdL in Lazio, Renata Polverini, e a sottolineare, contemporaneamente, come il quadro definitivo delle alleanze sarà reso noto solo all’inizio della prossima settimana. Insomma, l’intesa in Campania va ancora perfezionata. Diverso il caso della Calabria dove l’accordo tra PdL e Udc è già chiuso. E’ chiaro che pesa su questa fase di stallo anche il dato pugliese ancora in bilico in attesa delle Primarie di domenica che mettono di nuovo in competizione il governatore uscente, Vendola, e l’eterno sfidante, Boccia. Tra PdL e Udc in Campania la tensione resta alta. Non agevola la posizione intransigente assunta nelle ultime ore dal coordinatore campano del Popolo della Libertà, Nicola Cosentino. E la conferma arriva dallo stesso ministro campano, Gianfranco Rotondi, ieri presente a Napoli nel corso di una tavola rotonda promossa dalla fondazione Sud col presidente della regione Campania Antonio Bassolino, il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, e la vicepresidente della Camera, Rosy Bindi. «Con l'Udc - ha detto - si potrà ricucire quello che si è lacerato». E’ quanto laconicamente dichiara, lasciando intendere, nemmeno tanto velatamente, che qualche resistenza c’è ancora. Ma la sensazione è che l’accordo c’è e che vada solo perfezionato. Rispetto a tasselli da mettere in ordine, postazioni ed equilibri. Insomma, la quadratura del cerchio alla fine arriverà. Per ora l’Udc ha deciso di temporeggiare, mai venendo meno, come ribadito anche nel corso del vertice di oggi, a quella intenzione di rompere il bipartitismo, affermando comunque l’autonomia dei centristi dai due grandi partiti. Non è politica dei due forni, ha ribadito lo stato maggiore dell’Udc. Quanto una posizione di autonomia che viene rivendicata e difesa. Una posizione, però, che si attira addosso le critiche. Innanzitutto quelle del PdL. Ma non solo. E’ il caso di Bruno Tabacci che pure aveva aderito al progetto di Casini e che poi ha scelto l’Api di Rutelli: «Andare un po’ di qua, un po’di là - ha detto - risulta molto difficile da spiegare e le difficoltà di Casini di queste settimane risiedono nel fatto che appare come le coalizioni regionali siano il risultato di una convenienza per l'Udc». Ma a sentire il presidente regionale dell’Unione di Centro, Ciriaco De Mita, in Campania la questione è tutto fuorché chiusa. E’ certo che l’Unione di Centro non andrà da sola alle elezioni, ma si dialoga con tutti, con centrodestra e centrosinistra. Di tutt’altro avviso il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola: «Con noi - dice - De Mita non sta dialogando affatto. Io l’ho cercato negli ultimi dieci giorni, ma non sono mai riuscito a sentirlo. Noi avevamo chiesto a De Mita e all’Udc di avviare un dialogo politico - programmatico con l’obiettivo di aprire in Campania un nuovo ciclo politico. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta, non è arrivato alcun segnale». Amendola come se lo spiega? «Questo non lo so - conclude - bisognerebbe chiderlo a De Mita ».
Italia dei Valori boccia gli uomini del Governatore e lancia CantoneUna «rosa di candidati» (quattro o cinque) indicata dall'Idv al Partito Democratico tra cui scegliere il nome di chi correrà alla presidenza della Regione Campania per il centrosinistra. Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, a Napoli per incontrare i dipendenti dell'Eutelia, dice di aver indicato al segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, nomi di personalità «provenienti dalla società civile ». «Non sono uomini dell'Italia dei Valori - ha sottolineato - ma della Campania dei Valori. Mi auguro che ci ascoltino prima che sia troppo tardi». «In una mano i nomi che ho indicato ci stanno», ha aggiunto. Di certo tra questi Raffaele Cantone, come fa sapere Di Pietro stesso. «Tra i nomi c’è anche il suo - ha affermato - E’ da tempo che l'Idv si augura che Raffaele Cantone, e altri come lui, possano rappresentare il segno della discontinuità». Mantiene riserbo sugli altri nomi perché dice: «Non vogliamo bruciarli prima del tempo». Secondo indiscrezioni, tra i nomi ci sarebbe anche Riccardo Realfonzo, ex assessore al Bilancio del Comune di Napoli. Sull'ipotesi del rettore della Federico II Guido Trombetti, Di Pietro afferma che «è inutile discuterne perché mi sembra che egli stesso abbia escluso, in queste ore, la possibilità di una sua candidatura». Nessuna parola, invece, su Enzo Amendola, segretario regionale del Pd. Caustico sull’ipotesi di ricandidatura di Antonio Bassolino: «Sarebbe come dire “tanto vale suicidarsi subito visto che le altre proposte che arrivano portano a malattie incurabili” - spiega Di Pietro -, noi vogliamo discontinuità di sostanza e di forma con le politiche e i personaggi del passato - ha detto - Vogliamo facce nuove e un candidato presidente che rappresenti la legalità, la lotta alla criminalità, l'impegno a favore delle fasce più deboli. Ci auguriamo - ha concluso - di trovare il Pd con cui vogliamo costruire l'alleanza ». Intanto stando ad una lettera inviata dal leader nazionale Di Pietro, hanno ricevuto il nulla osta alla corsa per il consiglio regionale l'uscente Nicola Marrazzo, l'ex presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti, il segretario provinciale Vincenzo Ruggiero, il consigliere di San Giorgio a Cremano Maurizio Savarese. E tre esponenti del mondo del giornalismo come l'ex capo dell'Economia del Mattino, Marco Esposito, divenuto responsabile del Mezzogiorno di Idv, il giornalista Rai Gianni Occhiello (sostenuto da Luigi De Magistris) tutt'ora in servizio a viale Marconi e il collega in pensione Salvatore Biazzo, attuale assessore al Comune di Avellino. Tra le donne Anita Sala, Valentina Riegel, Donatella Donadio e Pina Tommasielli. Difficile mettere insieme le proposte dei partiti della sinistra. Sinistra e Libertà punta sulla propria classe dirigente: Tonino Scala, Dino Di Palma, Michele Ragosta, Antonella Cammardella, Gerardo Rosania e l'ex parlamentare Salvatore Iacomino. I Socialisti, ancora indecisi sull'intesa con Sl o una lista a sostegno di Caldoro, pensano in primis all'ex sottosegretario Tommaso Casillo.

sabato 23 gennaio 2010

VERSO LE PROVINCIALI/Squeglia lascia l'Udc e aderisce al partito di Rutelli

Ieri l’ex parlamentare della Margherita Pierino Squeglia (delfino di De Mita) ha lasciato la Costituente di Centro perché l’Udc ha optato per l’alleanza con il Pdl, oggi sceglie di aderire all’Alleanza per l’Italia che ha il suo fondatore e leader in Francesco Rutelli. In sostanza Squeglia rientra nello schieramento di centrosinistra ed avalla ancora di più l’ipotesi di una sua candidatura alla presidenza della Provincia. “L’alleanza dell’Unione di Centro con il Pdl senza che se ne spiegassero nemmeno le motivazioni dimostra – spiega Squeglia - che l’Unione di centro non è che la pura e semplice riedizione dell’Udc. Si parlava di un’Unione di Centro che, nella sua netta opposizione al bipartitismo, sceglieva la difficile ma coerente strada dell’autonomia. Si parlava di possibili “accordi” amministrativi ma solo sulla base della condivisione di precisi e rigorosi contenuti programmatici e di leadership riconosciute”.Dove stanno i programmi ? Su quali contenuti si è discusso o si sta discutendo?” si chiede l’ex segretario provinciale della Margherita a cui quasi tutti i moderati del Pd guardano con fiducia. “E’ incomprensibile – polemizza Squeglia - come si possa pensare di concorrere a far vincere a Napoli chi utilizzerà e sfrutterà la vittoria elettorale per rafforzare un governo ed una politica che si contrasta e si combatte a livello nazionale. Quali sono le motivazioni che mi fanno superare questa illogicità ed incoerenza?”. Ed ora cosa farà? “Come Popolari democratici continuiamo il cammino che ci deve portare alla costituzione di una forza politica autonoma, democratica popolare,liberale e riformista. Andiamo avanti nel percorso che ci siamo dati. Andiamo avanti con L’Alleanza per l’Italia”, con Rutelli, Tabacci, Dellai, Cacciari e tanti altri. In fondo si tratta di persone con cui abbiamo condiviso la bella stagione della Margherita. Sostanzialmente ritroviamo con loro le ragioni profonde quanto moderne della nostra cultura popolare: la politica come dialogo e confronto produttivo tra idee e storie diverse; la possibilità di intrecciare culture politiche democratiche e solidaristiche e di mettere insieme la sensibilità del cattolicesimo democratico-liberale e gli ideali del mondo laico e riformista; la cultura della solidarietà e l’etica della responsabilità”. Quando partirete con il nuovo soggetto politico? “Nei prossimi giorni, assieme ai tanti amici che stanno comunicando la loro adesione, presenteremo ufficialmente il Partito . E con loro apriamo un cantiere e tutti sono invitati a dare il loro contributo . Nessuno è escluso. Nessuno è ospite o straniero. Presenteremo una nostra lista sia alle elezioni regionali sia a quelle provinciali. Lanciata la campagna di adesione al Partito, verificheremo collegio per collegio le disponibilità e, alla fine, credo che metteremo in campo una squadra molto interessante”. Con quale alleanza? “Questo è tutto da definire. L’unica cosa che escludo è l’alleanza con il centrodestra. Nella definizione dell’alleanza partiamo da un dato di fondo. I cittadini casertani sono stanchi della confusione e del disordine che c’è in giro. Ognuno va per proprio conto e ci sono personalismi esasperati. Per quanto ci riguarda , vogliamo un ritorno alla politica quella vera fatta di passione e di valori; una politica che significhi consapevolezza di appartenenza e responsabilità verso la propria comunità provinciale ed il proprio territorio. Una politica che mette insieme , unisce, accomuna e metta da parte divisioni e discordie perenni.. Se vogliamo recuperare dignità e fiducia nei confronti della politica, è questa la strada da seguire. E’ su questa base che costruiremo le nostre alleanze. Se non ci dovessero essere le condizioni, nulla toglie che ci presenteremo da soli.” In sintonia la portavoce regionale dell’Api l’avvocato Maria Gatto che era dirigente regionale del Pd. “In queste ore stiamo ricevendo – ha detto - numerose adesioni di giovani e di amministratori locali, anche di personalità di consolidato rilievo politico ed amministrativo, che con la loro esperienza quotidiana sul territorio hanno potuto constatare la concreta praticabilità di un progetto di alleanze politiche, non meramente elettorali, tra le forze moderate dei due schieramenti in campo, di centrodestra e di centrosinistra, oggi contrapposti in un bipolarismo semplicemente coatto e mal riuscito. Il fatto che stia progressivamente crescendo l’interesse dei tanti nei confronti di un progetto ambizioso, di lungo periodo, qual è il nostro, ci dà quell’entusiasmo necessario a lanciare la sfida per le prossime elezioni regionali, in cui Api ha proposto i propri punti programmatici, relativamente al sistema sanitario, che dovrà essere organizzato in maniera più efficiente, con una progressiva riduzione dei costi della spesa pubblica, sottraendo il potere di scelta dei dirigenti delle ASL e dei primari ospedalieri ai partiti politici; relativamente al sistema produttivo delle Pmi, con un sistema di fiscalità di vantaggio per chi favorisca investimenti ed occupazione; relativamente ad una seria politica ambientale, attraverso l’implementazione di infrastrutture che mirino alla produzione di energie alternative e al risanamento ambientale; relativamente al rilancio di politiche per la famiglia; il tutto, considerando le peculiarità del Mezzogiorno, perché si ponga fine, nell’ attuazione del federalismo fiscale, al pluriennale conflitto tra chi è sostenitore di interessi legati alla questione meridionale e chi, invece, esprime problematiche connesse a una “nuova” questione settentrionale, figlia, sì della grave crisi economica degli ultimi anni, ma altresì geneticamente connessa alla prima. I Promotori Regionali di API nei prossimi giorni daranno vita ai vari Comitati Promotori Provinciali di Alleanza X l’Italia; organismi concepiti come “luoghi aperti” a chi vorrà offrire realmente il proprio contributo, da una posizione politica, professionale, culturale, civile, compatibile con questo grande progetto di partecipazione democratica autentica, in cui ci si siede a un tavolo senza prerogative e/o privilegi di sorta, tutti con pari dignità, a proporre i contenuti da dare alle singole prospettive programmatiche da svilupparsi nelle sedi regionali, provinciali e territoriali dei singoli comuni.” Ad inizio settimana sono previsti i primi incontri bilaterali di Api con i Democratici e i Socialisti di Terra di Lavoro, con l’auspicio di poter addivenire alla migliore intesa possibile, politica e programmatica, nell’interesse della collettività casertana”.
Giovanni De Stasio

venerdì 22 gennaio 2010

VERSO LE ELEZIONI/ Si frantuma il Mpa e da una sua costola nasce "Noi Sud". Nel Pdl Carfagna capolista

Il partito di Lombardo che ha come capolista in Campania Villari, perde la sua componente casertana e napoletana. Da un'ala moderata nasce "Noi Sud" guidato dal trio Scotti - Milo - Iannaccone. A Caserta hanno aderito Franco Papa e Francesco Paolino di San Prisco. Nel Pdl Mara Carfagna capolista a Napoli
"Diamo vita al partito del Sud autonomista e federalista. Lanciamo tre proposte: il piano Marshall per il Sud, la fiscalita' di vantaggio e il ministero per il Sud. Il centrosinistra nelle regioni meridionali ha fallito aggravando i problemi del Sud. 'Noi Sud' alle regionali di marzo presentera' proprie liste e fara' apparentamenti con il Pdl in tutte le regioni meridionali dove si vota, a cominciare dalla Campania e compresa la Basilicata. E' la piattaforma con la quale si presenta 'Noi Sud-Liberta' e Autonomia', il movimento politico meridionalista presentato stamane alla Camera dagli ex Mpa Arturo Iannaccone, Luciano Sardelli, Elio Belcastro, Antonio Milo insieme al sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti. "Il nostro partito del Sud non si nasconde dietro il dito delle alleanze variabili: solo con una forte alleanza con il Pdl e con il sostegno al governo Berlusconi si puo' risolvere l'annosa questione Meridionale", dice ancora il segretario nazionale di 'Noi Sud', Arturo Iannaccone. "La saldatura economica fra Nord e Sud - afferma - si ottiene solo rafforzando l'alleanza con il Pdl". L'organigramma del movimento: segretario nazionale, Arturo Iannaccone; presidente nazionale, Enzo Scotti; vicesegretario nazionale, Elio Belcastro; tesoriere, Antonio Milo; capogruppo, Luciano Sardelli.
Nel Pdl, con Caldoro candidato presidente Mara Carfagna capolista a Napoli...
Il premier Silvio Berlusconi ha chiesto a Mara Carfagna di candidarsi come capolista del Pdl a Napoli ed il ministro delle Pari Opportunita', a quanto si apprende, ha accettato di guidare la campagna elettorale in una delle regioni 'simbolo' del paese, accanto al candidato governatore Stefano Caldoro. La scelta di fare del ministro Carfagna il 'volto' del governo a Napoli ed in Campania risponde al desiderio del premier di continuare a manifestare la vicinanza delle'esecutivo alla citta' partenopea e alla regione, dopo l'impegno sulle emergenze rifiuti e sicurezza.
Nella foto Franco Papa sindaco di Succivo ed Enzo Scotti Sottosegretario di Stato

VERSO LE REGIONALI/ Volata Amendola- Trombetti nel Pd, mentre nel Pdl nasce anche la lista "Caldoro"

Ultimi accorgimenti nel Pdl che ha virato su Caldoro in attesa dell'accordo con l'Udc che dovrebbe essere ufficializzato ad ore. Pd prende quota Trombetti...
Il rettore della Federico II Guido Trombetti prima scelta, in alternativa il segretario regionale Enzo Amendola con un mandato “esplorativo”. Due nomi sul piatto del Pd per il candidato di centrosinistra nella sfida con il socialista-Pdl Stefano Caldoro che incassa i complimenti di Pierferdinando Casini («In Campania il dibattito è ancora aperto anche se Caldoro ha una qualità rilevante») e che è vicino a un´intesa con l´Mpa di Riccardo Villari e i socialisti di sinistra guidati da Fausto Corace, eletto cinque anni fa nel listino di Bassolino.Stasera all´hotel Tiberio, dunque, il Pd cercherà di scegliere il candidato con una volata Trombetti-Amendola ma qualcuno potrebbe sventolare apertamente, dopo tanti sussurri, il nome di Antonio Bassolino, per legge ricandidabile per il terzo mandato anche se da tempo ripete di non essere interessato a proseguire l´esperienza in via Santa Lucia. Guido Trombetti prima scelta che teme però di essere strumentalizzato in funzione anti Vincenzo De Luca e che chiede garanzie precise: l´unanimità nel centrosinistra a cominciare dall´unanimità nel Pd perché pezzi dell´area Franceschini preparano battaglia per puntare proprio sul sindaco di Salerno che è sul piede di guerra. Da qui la carta di riserva Amendola firmata dai bassoliniani.Il tutto mentre l´Udc, dopo gli elogi di Casini, sembra vicina all´intesa con Caldoro. Con Ciriaco De Mita che potrebbe chiedere al Pdl garanzie per il nipote Giuseppe, oggi vicepresidente della Provincia irpina, e per l´acquisto “pesante” arrivato dal Pd Pasquale Sommese. Nel mirino la poltrona di vicepresidente della Regione e l´assessorato ai trasporti in alternativa alla sanità già appaltata dall´eurodeputato ex An Enzo Rivellini.Strategie al centro dell´incontro di ieri pomeriggio a Roma tra Caldoro, il ministro Mara Carfagna, il segretario Nicola Cosentino e gli altri parlamentari campani mentre il premier Silvio Berlusconi fisserà un faccia a faccia sulla Campania nei prossimi giorni. Nel confronto si è discusso anche della composizione delle liste. Al momento quelle certe sono Pdl, Nuovo Psi (assieme ai repubblicani di destra), Alleanza di centro (con la Dc di Pizza) e Alleanza di popolo nata dal patto federativo tra Alleanza democratica, Centro per la libertà e Partito pensionati. In attesa di formalizzare gli accordi con Udc e Mpa (ieri una telefonata Caldoro-Villari), potrebbe essere presentata anche una “lista del presidente” con la scritta “Caldoro”. Obiettivo è arrivare complessivamente a una decina di formazioni con la ricandidatura di tutti i consiglieri regionali uscenti mentre è stato posto il disco rosso ai sindaci in carica al primo mandato. Oggi per Caldoro uscita pubblica in città al Maschio Angioino alle 16.30 per un convegno di Italia Solidale sul tema “Una Costituente per la Seconda Repubblica” con Umberto Ranieri e Claudio Velardi.E oggi arriva anche Antonio Di Pietro che in via Ferrante Imparato nell´area orientale si confronterà con le maestranze di Eutelia e di altre aziende in crisi per andare nel pomeriggio a Mondragone e Castel Volturno e in serata a Capua.

giovedì 21 gennaio 2010

Italia, la scrittrice più famosa del Mondo che tiene in scacco un noto professionista a colpi di...penna!

Tiemp' bell' e na' vota! Oggi usa la penna ma anni fa usava il pelo...
VINCENZO TREMA!!! STO PER SCRIVERE UN ALTRO DEI MIEI ARTICOLI PESANTI "AHR!AHR!AHR!" MARO' CHI E'?????????? SO IO!!!!!! CAZZOLINA... MI FACCIO PAURA DA SOLA...!?!

VERSO LE ELEZIONI/Squeglia abbandona De Mita. Non condivide l'accordo Pdl-Udc

Allora l’accordo Pdl-Udc per la Campania, malgrado gli attacchi reiterati di Berlusconi, è stato siglato? Pare proprio di sì. D’altronde già ieri notte, a chiusura della trasmissione “Porta a Porta”, Bruno Vespa diede l’annuncio che l’accordo era stato sancito. In verità allo stato non si capisce ancora su quali basi sia stata sancita la sofferta intesa. Cioè, l’attuale accordo è una riproposizione di quello vecchio, stipulato per le provinciali di Napoli-Salerno ed Avellino da Cosentino- Landolfi- De Mita e Zinzi, oppure uno ex novo che, magari, prescinde dalla Provincia di Caserta? Ricordiamo che quello vecchio prevedeva che alla candidatura alla presidenza della Provincia di Caserta dovesse essere chiamato il leader dell’Udc campano il deputato Domenico Zinzi. Va subito detto che, però, a prescindere dai contenuti, l’accordo sarebbe stato definitivamente varato. E la prova provata di ciò è la reazione dell’ex deputato della Margherita Pierino Squeglia, braccio destro di Ciriaco De Mita e coordinatore provinciale del “Movimento Popolari Democratici”. Lascia il re di Nusco , riacquista la sua autonomia politica e tra ore deciderà il suo prossimo percorso politico. Il suo ex segretario nazionale della Margherita Francesco Rutellie, nella sua recente visita a Napoli, aveva preannunciato in pompa magna dell’adesione dell’amico Pierino ad Alleanza per l’Italia. “Dimenticando l’ opposizione che viene portata avanti a livello nazionale, in Campania ci troviamo di fronte – dichiara Pierino Squeglia – ad un acritico ed incomprensibile appiattimento dell’ Udc sul Pdl. Pare che l’accordo sia stato fatto Ma su quali basi ? Per quale motivazione? Si è sempre parlato di accordi da realizzare su chiari e definiti accordi programmatici.Dove stanno ? Il candidato del Pdl, per quanto figura dignitosa e rispettabile, quali caratteristiche politiche ha per essere stato accettato?”. E’ netta per Squeglia “l’ impressione che tutto sia stato definito prima e sopra ogni riflessione politica. Tutto questo lo rifiutiamo come politici, ci inquieta come cittadini. In mancanza di motivazioni particolari e locali che potessero giustificare la scelta di una o altra alleanza, credo che sarebbe stato opportuno attenersi a principi e valutazioni di carattere generale. Ad esempio è’ estremamente illogico e contraddittorio che si possa concorrere a far vincere chi sfrutterà quella vittoria (ottenuta con il mio contributo) per rafforzare un governo ed una politica che io dico di combattere e contrastare a livello nazionale. I grandi progetti politici sbandierati credo proprio che siano stati sostituiti da calcoli e da convenienze particolari. Non era quello che si voleva combattere?”. Ma che Squeglia non volesse approdare nel centrodestra lo si sapeva da tempi immemori. Lui è stato da sempre dichiaratamente di sinistra. Non si dimentichi che nella Prima Repubblica ha recitato un ruolo di prim’ordine nel parnaso dell’intellinghetzia politica provinciale che aveva la sua massima manifestazione nella corrente morotea. Pierino Squeglia era cresciuto all’ombra di Elio Rosati, uno dei pochi ascoltati da Moro, dal senatore Coppola e da tanti altri intellettuali. Alle ultime elezioni politiche fu fatto fuori dalla segreteria nazionale di Veltroni dalle “candidature blindate” perché legatissimo a Coiriaco De Mita che già precedentemente era stato mandato in pensione. Poi con De Mita avevano ipotizzato, al di là degli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra, una terza via, quella del centro. Infatti, erano ambedue impegnati nella “Costituente di centro”. Ma finchè l’Udc, che poi è l’asse centrale di questo nuovo ipotetico soggetto politico, staziona permanentemente del 6 per cento, nessuna sua proiezione –come la Costituente – potrà avere una prospettiva realistica. Così come da tempo avevamo sussurrato le nostre perplessità circa una probabile convivenza tra De Mita, Squeglia e Zinzi. I nodi, come puntualmente si verifica, vengono al pettine. Ma al di là di diverse visioni ideologico-programmatiche, Zinzi non poteva assolutamente andare d’accordo con De Mita e Squeglia perché venivano oggettivamente da percorsi opposti. Sia De Mita (logicamente in misura preponderante ) che Squeglia erano pur stati protagonisti di quel ciclo politico-istituzionale che aveva gestito per oltre un decennio la res pubblica in verità con risultato negativi. Mentre, invece, Zinzi con la sua Udc aveva sistematicamente contestato quelle gestioni, sempre a fianco del Pdl. Per cui il corto circuito tra loro non poteva non scattare. Ma perché c’erano tutte le premesse. Si poteva coesistere solamente se non decidevi per l’uno o l’altro schieramento. Ti mettevi nel limbo ad aspettare nuove stagioni e nuovi orizzonti. Ma questa non è la real-politik.

VERSO LE REGIONALI/Ultimatum di Rotondi all´Udc “Con noi o è crisi alle Province

Il Ministro per l'attuazione del programma Gianfranco Rotondi avvisa gli attuali alleati ai tre governi provinciali (Salerno, Avellino e Napoli): "Manderemo in crisi tre Giunte Provinciali!"
Intesa con l´Udc o crisi nelle Province di Napoli, Avellino e Salerno che il centrodestra ha conquistato lo scorso anno assieme ai centristi. L´ultimatum al partito di Casini e De Mita arriva dal ministro irpino Gianfranco Rotondi e dal segretario regionale Pdl Nicola Cosentino. Messaggi lanciati a poche ore dalla scelta di campo dello scudocrociato attesa oggi a Roma in un vertice. «Il nostro candidato alla guida della Regione Stefano Caldoro – avverte Rotondi, ministro per l´attuazione del programma – lo abbiamo esposto per vincere e anche con numeri storici. L´intesa con l´Udc in Campania sarà dunque confermata anche perché, in caso contrario, manderemmo in crisi tre giunte provinciali nostre». Altrettanto esplicito Cosentino che lunedì scorso ha presentato Caldoro in un albergo del lungomare dopo il sì all´unanimità da parte dei dirigenti della Campania: «Senza un accordo nazionale faremo a meno di Casini. Ritengo però assurdo che l´Udc qui sia ancora indecisa tra noi e chi in 15 anni ha reso la Campania l´ultima regione d´Italia».Ieri sera Caldoro ha avuto a Roma il via libera definitivo dall´ufficio di presidenza nazionale del Pdl mentre i centristi stasera a Roma, in un vertice nazionale, dovrebbero decidere sul caso Campania anche se non si esclude un rinvio in attesa del risultato delle primarie del Pd in Puglia. A sostegno di Caldoro, oltre ai fuoriusciti (ora espulsi) dell´Mpa tra i quali il sottosegretario Enzo Scotti, arrivano anche i repubblicani di destra che formeranno una lista unitaria con il Nuovo Psi, partito di cui lui lo stesso Caldoro è segretario nazionale. Repubblicani di destra guidati in Campania dall´ex assessore comunale delle giunte di pentapartito Salvatore Scognamiglio.Ieri sera il via libera dell´ufficio di presidenza Pdl. Oggi Caldoro incontra a Roma alle 12.30 i parlamentari campani ma, dopo i numerosi contatti dei giorni scorsi, è previsto anche un faccia a faccia con il premier Berlusconi.Più complicata la situazione nel centrosinistra, dove la scelta dovrebbe arrivare domani sera nel corso della direzione regionale del Partito democratico guidata dal segretario Enzo Amendola e dal suo vice Domenico Tuccillo. Una “griglia” ancora molto folta che vede da un lato i rettori di Napoli e Salerno, Guido Trombetti e Raimondo Pasquino, e dall´altro i politici con il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l´assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta. Ma in corsa resta anche Raffaele Cantone (nella foto), ex pm anticamorra oggi in Cassazione. Domani la volata in direzione regionale del Pd. E la Cisl Campania, senza schierasi tra centrodestra e centrosinistra, indica però un po´ a sorpresa il candidato ideale del Partito democratico nella sfida con il deputato socialista e confondatore Pdl Stefano Caldoro. «Il tandem Cascetta-Caldoro – sostiene Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania – potrebbe essere uno stimolo a costruire una competizione su forti contenuti programmatici, considerato che si confronterebbero da un lato la cultura riformista e dall´altro quella di un assessore regionale che ha dimostrato di avere capacità di spesa e di realizzazione».

mercoledì 20 gennaio 2010

VERSO LE REGIONALI/ Quasi ultimata la lista che correrà a Palazzo Santa Lucia!

Certa la candidatura del consigliere uscente Nicola Ferraro, dell'ex assessore Giuseppe Maccauro e del sindaco di Ruviano Roberto Cusano. “Lo stato di buona salute che vive il partito vale anche per le provinciali – ha sottolineato Brancaccio – abbiamo, infatti, nominato una commissione guidata da Fabio Sgueglia che avrà il compito di affrontare proprio questi problemi di abbondanza sui singoli collegi".
L’ufficio politico dell’Udeur ha ufficializzato già mezza lista per la Regione. Per acclamazione è stato stabilito che parteciperanno alla tornata di marzo il consigliere regionale uscente Nicola Ferraro, l’ex assessore regionale e presidente del partito Giuseppe Maccauro, il sindaco di Ruviano Roberto Cusano, l’assessore di Sant’Arpino Aldo Zullo, e la segretaria cittadina di Maddaloni Alessandra Vigliotti. “Abbiamo ufficializzato solo cinque nomi su nove per un mero problema di abbondanza – ha spiegato il commissario provinciale Angelo Brancaccio – ci sono tante disponibilità all’interno del partito e non solo che stiamo vagliando con il solo e unico e obiettivo di mettere in campo la miglior lista possibile. Entro la prima decade di febbraio, comunque, ufficializzeremo tutti i nomi”. Brancaccio da il suo in bocca al lupo a tutti i candidati. “Per la loro storia personale e politica, fare delle presentazioni, mi sembrerebbe togliere qualcosa a ciascuno dei cinque candidati – ha detto il commissario – faccio loro il mio più sentito in bocca al lupo, certo che tutti sapranno dimostrare, anche in questa circostanza, la loro grande forza”. Nel corso dell’affollatissima riunione, è stata anche proposta da parte dei quadri dell’Udeur una ricandidatura allo stesso Brancaccio, al quale, tra le altre cose, proprio sabato scorso, per l’ennesima volta, sono arrivate le medesime sollecitazioni da parte del segretario nazionale Clemente Mastella e da parte di quello regionale Giulio Di Donato. Brancaccio, ha ribadito all’ufficio politico quanto espresso ai due big del suo partito e cioé la sua ferma volontà, per il momento, di non partecipare alle regionali. “Lo stato di buona salute che vive il partito vale anche per le provinciali – ha sottolineato ancora il commissario provinciale del partito – abbiamo, infatti, nominato una commissione guidata da Fabio Sgueglia che avrà il compito di affrontare proprio questi problemi di abbondanza sui singoli collegi".

Il governatore punta su Amendola. Casini e De Mita: "Corriamo da soli!"

La scelta dei centristi per evitare pericolose fratture interne. Così a Caserta è saltata la candidatura di Zinzi con il Pdl. Sarà sostenuto da Ventre?
L’accordo tra Udc e Pdl si allontana. Ma ancora più lontana sembra l’intesa tra centristi e Pd, nonostante il pressing di Ciriaco De Mita. Lo stesso presidente Antonio Bassolino ha confidato ai suoi la sua contrarietà ad appoggiare un candidato moderato, nonostante le dichiarazioni di facciata. Anche perché un esponente moderato sarebbe difficile da far digerire al popolo di sinistra già difficile da tenere insieme. A quel punto meglio contarsi e aspettare momenti migliori. Del resto il mandato della Iervolino scade tra un anno. E chissà? Bassolino non ha mai nascosto la segreta speranza di ricandidarsi qualora gli venisse richiesto. In assenza di una esplicita richiesta del partito sul suo nome, il Governatore sa già su chi puntare per la corsa alle regionali. Per molte ragioni il segretario regionale Enzo Amendola risulta al momento il nome più spendibile: conosce il partito, fu inviato a Napoli da Massimo D’Alema. E poi ha già superato il battesimo delle primarie. Primarie di partito. E’ vero. Ma pur sempre un riconoscimento di consenso popolare. Cosa non da poco, soprattutto per quella parte di partito e della coalizione più attenta ai rituali della democrazia partecipata. Ecco perché intorno ad Amendola si va raccogliendo in questi giorni il maggiore consenso. Non solo nelle fila del partito democratico. Ma anche per il variegato mondo della sinistra radicale.Fino a quando però non sarà messa la parola fine alle trattative, il Pd continuerà a dichiarare la sua disponibilità ad un accordo con i centristi anche in Campania. Ma a considerare poco conveniente un’alleanza con il partito democratico sono anche gli uomini di Casini. Un eventuale accordo con la sinistra starebbe bene solo al leader di Nusco, da sempre in sintonia con il governatore uscente e in grave imbarazzo in un eventuale accordo con il centrodestra. Per il restante gruppo dirigente dell’Udc campano sarebbe più difficile affrontare una campagna elettorale su temi cari alla sinistra, a cominciare dal leader casertano Domenico Zinzi, per il quale un vecchio accordo risalente alle elezioni provinciali lo voleva candidato per il centrodestra alla provincia di Caserta. Ora di quell’accordo non si sente più parlare. Lo stesso Zinzi, che nei mesi a dietro aveva più volte rivendicato quell’intesa, ora sembra averla rimossa, rimandando ogni decisione al leader nazionale. Dunque, qualsiasi apparentamento venga scelto per l’Udc, sia con il centrodestra, sia con il centro sinistra potrebbe aprire pericolose fratture interne. Ed allora Casini ripete “correremo da soli”. E lo ribadiscono ogni giorno in Campania De Mita, Zinzi e Alfano. Qualche maligno pensa a dichiarazioni di maniera, fatte per alzare il prezzo. Invece, alla fine, si potrebbe registrare che anche in politica talvolta si può dire la verità.

VERSO LE REGIONALI/Intervista a Cosentino: "Per l'alleanza Pdl-Udc si deciderà domani"

Ai microfoni di Giovanni De Stasio il leader regionale del Pdl parla del futuro della Regione Campania
Sarò protagonista, assieme al nuovo Governatore Stefano Caldoro, di una nuova fase storica della Campania che sarà contrassegnata da un vero Rinascimento. Cero l’eredità che lascerà Bassolino sarà disastrosa. Disastri in tutti i settori. Di questo ne siamo coscienti e perciò dovrà moltiplicarsi il nostro impegno di tutta la squadra, per invertire la rotta specialmente in tema di costume politico. Basta all’allegra finanza, basta agli sprechi, basta alla dilapidazione del pubblico denaro.
Per la provincia di Caserta quale impegno prendo? Eccolo: riequilibrare subito il territorio Campano. Nel nostro modello di sviluppo Campano, un ruolo importante lo reciterà senz’altro la provincia di Caserta”. Una sorta di “Patto con i cittadini campani e casertani” quello del coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino esplicitato ieri nel corso della nostra rubrica televisiva “Botta e risposta” che andrà in onda domani sera alle 22,30 ed in replica domenica alle 14,30. Allora habemus papam! Stefano Caldoro è il vostro Governatore-candidato della Campania. Sarà il regista di una squadra ben assortita? Lei rimarra, soprattutto per i suoi grande successi elettorali, coordinatore regionale ed inciderà sulla politica del Governo regionale per un nuovo ciclo politico-istituzionale? “Abbiamo fatto una scelta politica collegiale. Gestiremo la cosa pubblica come abbiamo gestito il partito con straordinaria coesione che ci ha portato a strordinari successi elettorali.. Stefano è giovane, pacato e serio. Non avremo un uomo solo al comando, ma un’azione corale di squadra”. L’Udc starà con voi visto che avete fatto da 15 anni un percorso di contrasto al centrosinistra. Il commissario regionale dell’Udc Domenico Zinzi ed il segretario provinciale Angelo Consoli hanno da sempre sostenuto che mai si srebbero separati da voi. “Ho grande stima politica e personale di Zinzi e Consoli, però devo registrare che la guida dell’Udc in Campania sia passata saldamente nelle mani di De Mita che flirta continuamente con Amendola. Noi biasimiamo la politica dei due forni”. Ma, insomma, la gente in provincia di Caserta vuol sapere chiaramente se Zinzi sarà il vostro candidato alla Provincia. “Questo lo deciderà domani il vertice politico nazionale del Pdl. Certo è che la politica ambigua dell’Udc sta deludendo fortemente i quadri del Pd”. Intanto, sia Buttiglione che Cesa hanno detto che Caldoro è un buon candidato. “Anche qui un ennesimo equivoco. Una cosa dice Zinzi, un’altra De Mita. L’Udc vuole spostarsi a sinistra? Lo faccia. Piepoli ha dimostrato con un sondaggio che l’elettorato dell’Udc è di centrodestra”. Vincerete alla Regione ed alla Provincia per avviare una nuova fase politico-istituzionale? Quale rivoluzione farete per invertire la rotta di questa disastrosa Regione che, secondo il Sole 24ore, ha il peggiore Governatore ed il peggiore sindaco? “Conquisteremo senz’altro la Regione e la Provincia, ma sarà impegno ostico invertire una tendenza consolidata al clientelismo, agli sprechi, alle inefficienze. Sono tendenze cristallizatesi. Non si vede alcuna infrastruttura benchè siano stati bruciati ben 15mila miliardi di vecchie lire. Solo dilapidazione di pubblico denaro. Daremo vita ad una Regione meno burocratizzata che dovrà assicurare in primis ai giovani una formazione adeguata. Mi sono addossata la responsabilità di far pesare di più questa provincia. Non è possibile che tutte le negatività della Regione siano state scaricate sul nostro territorio.” Come giudica la diaspora che è iniziata nel Pd? “Il progetto è fallito perché le due anime fondatrici non si sono mai fuse.. Ma ormai l’area cattolica è ridotta al lumicino. Ma la politica del Pd autolesionistica perché completamente appiattita sul giustizialismo di Di Pietro. Per loro Berlusconi è un nemico da abbattere soprattutto attraverso la via giudiziaria Il Pd con Veltroni, che aveva iniziato bene, ha perso un’occasione storica Vanno a rimorchio di Di Pietro. Sempre Veltroni, dopo lo sfascio dei rifiuti a Napoli, avrebbe dovuto mandare a casa Bassolino. Ci sono stati 15 anni di egemonia politica e culturale del dittatore Bassolino, anche con una nostra responsabilità”. Se non si riesce a ripristinare un giusto equlibrio tra politica e magistratura, l’Italia non sarà mai un Paese civile. Per ora la magistratura sta sopra e la politica sotto? “E’ vero. C’è uno squlibrio da parte di un ordine non legittimato dal consenso popolare.. Ormai la giustizia decide sulla sorte dei Governi nazionali (vedi caduta governo Prodi), regionali (vedi caso Del turco) e dei politici in genere (vedi caso Mannino che per avere giustizia ha dovuto aspettare ben 17 anni).Bisogna assolutamente evitare le aggressioni di istituzioni verso altre istituzioni”. La vera partita che si giocherà in queste elezioni è quella della conservazione o dell’abbattimento del bipolarismo. “Con questo sistema tutto è in mano ai cittadini che si esprime sui programmi e sugli uomini che li devono interpretare. . Casini vuole destrutturare il bipolarismo per ridare una delega in bianco ai partiti. Invece i cittadini vogliono sapere tutto prima. Perciò Berlusconi vince sempre perché combatte la politica ambigua”.