lunedì 1 febbraio 2010

Caldoro sfida De Luca “Non ho padroni o padrini”. De Luca: "Non accostatemi a Cosentino"

Il candidato del centro destra Stefano Caldoro attacca però anche i giustizialisti del Pdl: "sbagliano!"

«I giustizialisti sbagliano ad attaccare Vincenzo De Luca. Io sono un garantista, ho rispetto per la sua candidatura. Un uomo si giudica politicamente e sono pronto a un match, a un confronto, ma lui sappia che non ho padroni o padrini. Sappia che non sono un tesserato di Forza Italia. Ho un´altra storia». Il candidato del centrodestra alla guida della Campania, Stefano Caldoro, va controcorrente. In una domenica trascorsa in gran parte nelle tv regionali difende De Luca ma anche il sottosegretario Nicola Cosentino e l´ex sindaco Pdl di Pagani, Alberico Gambino, condannato per peculato e ora consulente alla Provincia di Salerno. Non si unisce e anzi punta il dito contro il coro di chi, in tanti nel Pdl a livello nazionale, sventolano le vicende giudiziarie del rivale designato dal Pd. Caldoro attacca i giustizialisti ma allo stesso tempo risponde ai messaggi lanciati sabato sera nei suoi confronti quando De Luca ha detto: «Io non ho padroni o padrini, potentati economici e neanche altro. Sono un uomo libero».
«Sono solidale con De Luca – spiega Caldoro in un´intervista a Telecolore Salerno – perché l´attacco dei giustizialisti è da respingere nel momento in cui dicono che lui è impresentabile. Si giudica politicamente un uomo e in ogni caso non si usa il termine impresentabile. Da garantista non posso accettare che si scenda a uno scontro in questa maniera. Il confronto tra me e lui ci sarà e sarà corretto, un confronto sulle cose concrete. Non ho problemi a misurarmi con De Luca dal vivo sui nostri programmi. Anche subito. Io ho rispetto per la candidatura di De Luca ma lui sappia che non ho la tessera di Forza Italia. Che mi riconosco nella leadership di Silvio Berlusconi, certo, ma che non ho padroni e che ho una mia storia. Nel ‘92 a preferenza unica presi il doppio dei voti di Bassolino per la Camera dei deputati. Io non cambio strategia. Niente litigi, niente scontri. Non ho padroni potenti e non sto trattando gli assessorati con l´Udc per arrivare a un accordo». Caldoro controcorrente rispetto ai suoi che a livello nazionale, mentre lui parlava nelle tv regionali, avevano scelto un´altra tattica. A cominciare da Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La sinistra, dopo aver imbastito campagne di odio nei confronti del centrodestra, in Campania mette in campo il pluri-indagato De Luca. La sinistra si conferma ancora una volta ipocrita. Per i loro esponenti tutto è consentito». Per proseguire con il deputato siciliano Fabio Granata: «Noi abbiamo evitato una candidatura alla presidenza di una regione importantissima ma problematica di un parlamentare indagato. Il Pd, invece, candida un pluri-rinviato a giudizio». Caldoro, invece, frena. Un messaggio ai leader nazionali dei due schieramenti ma anche ad alleati e sostenitori perché nelle liste a suo sostegno rischia di ritrovarsi non solo veline o ex veline ma anche indagati, inquisiti e addirittura condannati a cominciare dal caso dell´ex sindaco di Pagani, Alberico Gambino, che ha una sentenza di primo grado per peculato, condannato perché ha usato per proprie spese la carta di credito del Comune e che potrebbe ritrovarsi nel nuovo consiglio regionale. «Sulla candidatura di Gambino deciderà il partito» risponde Caldoro che difende anche Cosentino: «Ha fatto un passo indietro dimostrando grandissima responsabilità». Segnali di rispetto nei confronti di Vincenzo De Luca sono poi arrivati anche da Gianfranco Rotondi, il ministro che più ha sponsorizzato la candidatura Caldoro all´interno del centrodestra per la guida della Regione: «Il Pdl si gioca la propria reputazione in Campania. La scelta di Caldoro è di altissima qualità così come quella del centrosinistra con Vincenzo De Luca. Sarà una bella battaglia politica che noi possiamo vincere».
Vincenzo De Luca replica a quanti ribadiscono il loro no nella corsa per le Regionali. Il candidato Pd: "parlo prima ai cittadini poi agli alleati!"
Vincenzo De Luca, la sua prima domenica da candidato segna l´inizio delle ostilità. Sia Vendola che Di Pietro ribadiscono la netta contrarietà al suo nome. E lasciano intendere che per colpa di questa forzatura si consegnerà la Campania al centrodestra.
Come spera di convincerli? «Ho una premessa: io voglio parlare con i cittadini, innanzitutto, e prepararmi ad affrontare i problemi di fondo che sono drammatici. Quanto a Vendola e Di Pietro, ho in animo di ragionare in maniera seria e responsabile: ma con pari dignità e in un linguaggio di verità, non in politichese. A nessuno do patenti di moralizzatori o di maestri della solidarietà».
Vendola dice che il suo linguaggio e le sue politiche in tema di immigrazione creano «disagio e sofferenza» a sinistra. «A Vendola ricordo che siamo un Comune della solidarietà e dell´accoglienza. Con la comunità dei senegalesi, la più grande tra gli immigrati nel salernitano, abbiamo creato due mercati etnici e stiamo collaborando per i ricongiungimenti; com´è ovvio il Comune garantisce a sue spese la frequentazione delle scuole da parte dei tanti bambini. Ma siamo una comunità in cui tutti, a prescindere dalla nazionalità, devono rispettare le regole».
Vendola la indica come "sindaco padano".«Se "sindaco padano" significa che sono legato al territorio, che ascolto i cittadini e ne interpreto i bisogni, non la ritengo un´offesa, anzi. Se quel marchio sta per una politica che intacca l´unità e la dignità del Paese, mi ribello: non appartiene alla mia storia politica. Credo che l´Italia sia il gioiello che è, perché ha dentro Eduardo De Filippo e la Bocconi, la cultura di Napoli, la modernità di Milano, il Politecnico di Torino».
Il leader dell´Idv Di Pietro non è meno perentorio: ribadisce che lei non rappresenta la discontinuità e la esorta a «dedicare il tempo ai processi in corso». «L´Idv torna sui miei processi? Allora parliamone fino in fondo: stiamo discutendo di una vertenza di lavoro e di una variante urbanistica che mi è stata sollecitata, ben 12 anni fa, da un´organizzazione sindacale e dal prefetto di Salerno per dare la possibilità di un investimento sostitutivo a favore dei dipendenti dell´Ideal Standard. Quindi, lancio una sfida a un dibattito pubblico sui processi miei e dei sindaci che hanno il coraggio di decidere. E per essere chiaro, nel ribadire il mio rispetto e la fiducia nel lavoro dei magistrati, affermo che rifarei tutto quello che ho fatto. In questo caso, posso rappresentare le ragioni di quei tanti sindaci che, anziché fare gli inetti o i vigliacchi e restare al loro posto senza prendere decisioni, si assumono responsabilità».
Ciò detto, con Di Pietro difficilmente giungerete ad accordo.«Io mi auguro che prevalga la serietà politica. Un conto è la battaglia per la legalità che condivido, un´altra è la rozzezza umana. E chiedo che si rispettino le persone che, come me, hanno speso una vita nelle battaglie per la legalità e a fianco della povera gente».
Caldoro la sfida in un pubblico confronto, il capogruppo Pdl del Senato Maurizio Gasparri dice che lei è un pluri-inquisito rinviato a giudizio che si permette di parlare dei casalesi. «A Caldoro dico: e me lo chiede pure? Quando vuole e dove vuole. Quanto allo sfessatissimo Gasparri, non mi accosti a Cosentino. Io non ho mai speculato sulla sua inchiesta. Infine, a Gasparri, un ringraziamento e una bottiglia di champagne: quando parla sono 20 mila voti per me».
Ottavio Lucarelli e Conchita Sannino

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