martedì 9 febbraio 2010

VERSO LE PROVINCIALI/ Diana spara a zero sul Pd, salva solo la Picierno

Il leader storico della sinistra, accolto con tutti gli onori nell'Idv di Antonio Di Pietro
intervista realizzata da Giovanni De Stasio
La sua adesione all’Italia dei Valori ha avuto un effetto mediatico straordinario di livello nazionale. E’ stato il segretario nazionale dell’Idv Antonio Di Pietro a dare il grande annuncio: l’adesione dell’icona della sinistra Lorenzo Diana, emblema dell’antimafia, al suo partito. Avrà un ruolo importante di caratura nazionale. E’ stato presentato al congresso nazionale dell’Idv applaudito da circa tremila delegati. Diana ci ha rilasciato una intervista a tutto campo in cui ha espresso tutto il suo livore verso un partito che non era più suo.
Onorevole Diana la sua scelta ha creato un vero e proprio terremoto nella sinistra nazionale e casertana. “Sono proprio i doveri e le responsabilità che mi derivano dall’essere una, per quanto modesta, rappresentanza della sinistra che si è battuta per la politica di alto profilo e per il miglioramento della società, per i valori ideali e per interessi generali dei cittadini, a spingermi a dare continuità alle nostre migliori battaglie e a chiedere alla politica di non scadere in un pantano. Quando ci si rende conto di avallare condotte sbagliate, bisogna reagire ed avere il coraggio di scelte che salvino il patrimonio della migliore politica”.
L’accusano di aver lasciato il Pd perché non aveva avuto la candidatura alla presidenza della Provincia. “In più interviste, anche a lei, rilasciate nell’ultimo mese ed in interventi nella direzione provinciale, tenutesi all’indomani delle dimissioni di Sandro De Franciscis, ho sempre sostenuto che bisognava mettere la candidatura a presidente della Provincia a disposizione degli alleati, a partire dall'Udc, per allargare la coalizione e poterla rendere vincente. Senza la qual cosa il centrosinistra avrebbe ben poche possibilità di competere col centrodestra e, quindi, il candidato-presidente sarebbe destinato a fare solo il consigliere provinciale. La qual cosa a me non suscita alcun interesse, dal momento che l’ho fatto per ben 16 anni, superando ben quattro volte l’esame degli elettori. So che possono esservi anche persone interessate a raggiungere un tale obiettivo senza dover essere elette, tramite il voto, in un collegio provinciale. Io consiglierei a qualcuno di provarci attraverso la candidatura in un collegio, piuttosto che attraverso la scorciatoia della candidatura a presidente. Ad ogni buon fine io mi sono dimesso prima che si decidesse sulla scelta del candidato-presidente. Infatti, ho lasciato il coordinamento provinciale con appena uno o due ipotesi di candidati, mentre dopo le mie dimissioni, sento parlare quasi di una decina di nomi su cui non si è ancora deciso nulla. Io avevo proposto di scegliere, con le primarie, il candidato eventualmente dovesse essere individuato nel Pd, come doveva essere fatto per la Regione. Ma, vidi un gruppetto di dirigenti contro le primarie, evidentemente nel timore che gli elettori democratici potessero scegliere diversamente dai loro accordi interni, diversamente dagli accordi interni di un ristretto gruppo degli apparati politici. Le primarie avrebbero contribuito a dare lancio e unità al Pd. Si sono fatte in tanti posti, perché non si potevano fare a Caserta?”.
Le vicende del consorzio idrico hanno inciso sulla sua determinazione? “Sì. Anche la vicenda del tentativo di privatizzazione del consorzio idrico ha confermato per l’ennesima volta un partito senza timone nel quale alcuni agiscono come un grumo grigio al di sopra della direzione politica del partito. Non si può avere un partito nazionale e regionale che attaccano Cosentino, mentre altri del Pd casertano si accordano con gli uomini dello stesso in un iciucio di privatizzazione che è contro legge. Il centrosinsitra non può più suicidarsi in una consociazione con il partito di Cosentino. Quando ho chiesto al coordinamento provinciale di prendere posizione contro il grave atto consumato al consorzio idrico, già superindebitato per cento milioni di euro, è seguito il silenzio di tutti, tranne dell’onorevole Pina Picierno. Un coordinamento politico serio avrebbe chiesto le dimissioni del consiglio di amministrazione del consorzio che aveva agito contro la direttiva politica della segreteria provinciale del Pd”.
Che ruolo avrà nell’Idv? “Il leader Di Pietro mi ha chiesto di impegnarmi con l'Idv. Vedremo nei prossimi giorni a quali livelli. Di fronte ad un partito che dava segni di mal sopportare la mia persona, quasi un rompiscatole, ho registrato, invece, la richiesta dell’Idv di avermi come una risorsa politica presentata personalmente da Di Pietro al congresso nazionale come un risultato fortemente positivo”.
Diana è stato segretario provinciale del Pci e capogruppo consiliare alla Provincia, parlamentare per tre legislature per conto del Pds e dei Ds, membro della direzione nazionale Ds, segretario della commissione parlamentare antimafia e responsabile nazionale Ds per la lotta alle mafie. Quindi, un curriculum di tutto rispetto. Non a caso Di Pietro, nel corso del congresso nazionale del partito, si è inchinato davanti a Diana ringraziandolo di aver fatto la scelta dell’Idv.

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