sabato 6 febbraio 2010

VERSO LE REGIONALI/ Accordo Udc - Pdl è cosa fatta...Caserta permettendo!

De Mita boccia De Luca “Uno sceriffo guappo in un Pd ove c'è la guerra per bande”
Ci sarà un posto vuoto stamattina alla Stazione marittima. Nonostante i grandi sforzi di Caldoro, l´Udc ancora non siede ufficialmente al tavolo del centrodestra. Il caso Caserta fa ancora da ostacolo alla firma, Nicola Cosentino continua a opporsi alla candidatura di Domenico Zinzi alla Provincia. Sicché l´attesa continua, e c´è chi teme che si debba addirittura arrivare fino alla fine della prossima settimana. Intanto ieri l´Udc napoletana ha riunito la sua assemblea, e il più deciso è stato proprio Ciriaco De Mita. Il leader di Nusco ha ritracciato la critica al bipolarismo e ribadito che l´Udc è estranea a questi poli. Ma è stato durissimo con Enzo De Luca: «Affidarsi allo sceriffo non è la soluzione dei problemi, lo sceriffo guappo è la risposta della disperazione». Giudizio sulla persona, ma che deriva da uno sull´intero campo politico: «Bipolarismo? Basterebbe constatare che uno dei due poli non c´è proprio più». Il riferimento è proprio al Pd, dove «ormai ci sono solo guerre per bande». Beninteso, «non è che di là si stia molto meglio, non abbiamo certo davanti una contesa fra Oxford e Cambridge». Ma in conclusione «operiamo le scelte più funzionali alla contestazione del sistema o almeno al ristabilimento di una cultura di coalizione».Insomma, assodato che non si tratta di scegliere fra i poli, De Mita ha ormai constatato che da una parte c´è il vuoto, dall´altra una possibilità di dialogo, soprattutto sulla modifica delle condizioni di esercizio del potere, suo pallino. È quello che Caldoro gli ha già concesso, inserendo nel programma l´idea del riequilibrio di poteri fra consiglio e giunta. Dunque, se l´accordo ancora non è ufficiale, De Mita ha già fatto le pesate sulla sua bilancia. E il partito si è così intrattenuto ieri soprattutto sulla nuova organizzazione interna e sulla composizione della lista per le regionali, complicata dall´arrivo delle nuove componenti che accelerano la transizione dall´Udc verso la Costituente di centro. Ecco così che il commissario Ciro Alfano ieri ha ceduto il passo a un coordinamento a quattro: ne fanno parte lo stesso Alfano (componente casiniana storica), Pasquale Sommese (neo arrivo dei liberaldemocratici ex diniani), Nello Palumbo (popolari demitiani) e il professor Antonio Palma, ormai mente accademica del partito.Un partito che cresce. Al punto, come riferito dallo stesso Alfano, di aver suscitato anche le attenzioni del cardinale Crescenzio Sepe: «Mi ha telefonato, mi ha spiegato che sono interessati a dare una indicazione». Alle spalle dell´Udc va però in scena una rissa fra Pd e Pdl. La accende il segretario regionale Pd Enzo Amendola, attaccando Caldoro proprio sul nodo Udc: «Ancora non si riesce a capire cos´è che frena l´accordo Pdl-Udc in Campania. È una questione programmatica o di poltrone?». Compatta la contraerea da Pdl e alleati. Maurizio Iapicca: «Grottesche affermazioni». Ernesto Caccavale: «Frasi senza ritegno». Paolo Romano: «Amendola non conosce la storiella del ciuccio che chiama “orecchie lunghe” il cavallo». Gennaro Salvatore: «Amendola non può parlare. La logica delle lottizzazioni e delle spartizioni sono nel dna del Pd». Fabio Benincasa, ex Pd: «Enzo dovrebbe prestare attenzione all´insegnamento evangelico: «Chi non ha peccato scagli la prima pietra». Contrattacco dal Pd. Stefano Graziano: «Gli uomini del Pdl sono nervosi». Maria Fortuna Incostante: «Invece di attaccare Amendola, dovrebbero spiegare come e perché sono stati sottratti milioni di euro destinati allo sviluppo del Mezzogiorno». Infine Massimiliano Manfredi: «Colgo un certo nervosismo nel Pdl circa l´accordo con l´Udc. Caldoro dice che si farà e non ci sarà trattativa di posti in giunta, poi da Roma arrivano boatos di un accordo per la provincia di Caserta all´Udc. Non vorrei che in realtà il centro del partito abbia scaricato Cosentino e qualcuno, Caldoro in primis, si sia dimenticato di comunicarglielo».

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