venerdì 5 febbraio 2010

Di Pietro pensa a fusione con il Pd. Idv a congresso, sfida con De Magistris

«Obiettivo dell'Idv andare oltre il 10%». L'ombra dei dossier sulla riunione. Belisario: destra italiana come gas nervino
Antonio di Pietro pensa a una fusione con il Pd e annuncia: l'obiettivo dell'Idv per le prossime politiche sono le "due cifre", cioè andare oltre il 10%. Intanto al primo congresso dell'Idv va in scena anche la sfida indiretta del leader con Luigi De Magistris. Nessun dualismo, nessuna divisione, chiariscono i due interessati. Anche se la sfida si percepisce nelle parole dell'europarlamentare campano che, pur non essendosi candidato, scalda la platea dei 3.600 delegati indicando una linea che non è esattamente combaciante con quella dell'attuale presidente. In diversi passaggi del suo intervento, infatti, De Magistris rivendica la sua posizione un pò «più a sinistra» di quella dell'attuale gruppo dirigente; attacca l'Udc al quale il Pd «fa troppo la corte» quando il massimo ci si può fare un «laboratorio per i cannoli» e non per un nuovo centrosinistra e rivendica per il suo partito un ruolo di «baricentro» delle forze del centrosinistra. De Magistris sottolinea di sostenere la mozione di Di Pietro ma parla anche della necessità di «fare squadra» rivendicando per se il ruolo di chi, essendo da poco entrato il politica e avendo anche «vent'anni di meno» rispetto a Di Pietro, può rappresentare una «linfa» per l'Idv. La stessa linfa che proviene dalla base e anche da chi dissente con la linea del "capo". «Non reprimiamo il dissenso interno», è il suo appello. La sfida è «sui contenuti». È chiaro da subito, dunque, che Di Pietro non deve temere tanto Francesco Barbato, candidato di bandiera, nonostante abbia il sostegno della mozione della "base", ma che nel suo intervento loda l'ex pm e lo candida addirittura a premier per le politiche del 2013.«Il giorno in cui si potrà arrivare a una fusione tra Idv e Pd sarà per me molto importante», ha detto il leader dell'Idv nel corso di una conferenza stampa a margine dei lavori del congresso del partito. «L'Idv - ha spiegato l'ex pm - si propone come alternativa di governo e intende realizzare un asse stabile e paritario con il Pd. Quella con i democratici è una alleanza che deve essere rafforzata» perché «Idv e Pd da soli non bastano: c'è un mondo vasto che dobbiamo riconquistare, da internet, alla piazza, alle piccole e medie imprese e al popolo del Nord».Sono comunque L'ombra di Tangentopoli e i «dossier» su Di Pietro a monopolizzare il primo congresso dell'Idv. Il partito si riunisce per la prima volta ma l'attenzione è tutta per la «campagna contro Mani Pulite» e contro l'ex pm del pool di Milano. Il riferimento è alla pubblicazione di alcune foto che ritraggono Di Pietro in compagnia dell'ex funzionario del Sisde, Bruno Contrada, in una cena del 1992 e all'articolo del Corriere della Sera su un viaggio compiuto ad inizio 2000 negli Usa con il suo ex amico e ora principale "'accusatore" Mario Di Domenico. Articoli per i quali Di Pietro ha annunciato querela.«Attaccano me per far passare il lodo Alfano costituzionale», ha sostenuto l'ex pm. «Siccome c'è la necessità di fare una legge costituzionale e non hanno la maggioranza necessaria per l'approvazione in Parlamento perché c'è una alleanza tra Idv e Pd - ha fatto osservare - devono discreditare l'inchiesta Mani pulite».La sfida tra Di Pietro e De Magistris si concretizza anche nella scelta che l'Idv ovrà fare subito per le alleanze alle regionali in Campania. Il leader chiama il congresso ad esprimersi perché ci sia una «assunzione di responsabilità collettiva». Le ipotesi in campo, sottolinea Di Pietro sono tre: andare da soli; appoggiare il candidato del Pd Vincenzo De Luca; oppure dargli un "appoggio condizionato", con una serie di "paletti", che vanno dalle dimissioni in caso di sentenze nei suoi confronti a un rinnovo della classe dirigente in regione. Mentre De Luca si dice d'accordo con la decisione di Di Pietro, De Magistris fa sapere che non lo sosterrebbe e si dice indisponibile a candidarsi. Il confronto è dunque aperto non solo sulla collocazione del partito («non credo - scandisce De Magistris - in una nostra ricollocazione al centro») ma anche sul rapporto con i movimenti e il popolo della rete. «Dobbiamo creare un patto con il popolo dei movimenti», chiede Magistris al partito. Una parte dell'Idv è con lui ma, sentendo anche le opinioni dei delegati, quello che emerge è che i tempi non sono ancora abbastanza maturi per una sua discesa in campo e al momento è meglio affidarsi ancora a una guida forte come quella rappresentata da Di Pietro in questi anni.«La destra italiana oggi è come il gas nervino che addormenta la gente con l'informazione a pagamento e la uccide lentamente», ha detto il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, in un passaggio del suo intervento al congresso. Belisario ha poi salutato Di Pietro: «Caro amico Antonio, oggi cominciamo un'altra sfida, siamo qui a celebrare il nostro primo congresso, è un obiettivo al quale qualcuno non credeva ma ci siamo e siamo qui a dimostrare come si costruisce dal basso un partito perché diventi una forza di alternativa».

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